Mercati – Milano (-1%) la peggiore in scia a vicende politiche, spread 137 bp

Seduta sottotono per il Ftse Mib, in calo dell’1% a 24.033 punti, appesantito dagli ultimi sviluppi politici che sembrano indirizzare verso un governo Lega-M5S. Ben intonati, invece, Dax di Francoforte (+0,6%), Ftse 100 di Londra (+0,5%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%).

L’ipotesi di un esecutivo sostenuto dai partiti di Salvini e Di Maio alimenta il nervosismo anche sul mercato obbligazionario, dove il Btp decennale risale all’1,93%, ampliando lo spread con il Bund tedesco oltre 137 punti base.

A Wall Street, intanto, i principali indici americani viaggiano in rialzo di circa lo 0,7-0,8% dopo i numeri di aprile sull’inflazione statunitense, in crescita (+0,2% m/m) ma poco sotto le attese. La Fed, dunque, non dovrebbe inasprire la propria condotta di politica monetaria, proseguendo nell’attuale percorso di graduali rialzi dei tassi di interesse.

Il report rallenta parzialmente il dollaro, consentendo all’euro di tornare in area 1,19 rispetto al biglietto verde, mentre il cambio dollaro/yen resta poco mosso a 109,6. La moneta unica risale anche rispetto alla sterlina (EUR/GBP a 0,882), dopo la riunione della Bank of England che ha lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,5 per cento.

Fra le materie prime il petrolio consolida i recenti guadagni, sostenuti dalle crescenti tensioni in Medio Oriente e dal calo delle scorte statunitensi. Wti e Brent, rispettivamente in area 71 e 77 dollari, si avviano comunque verso il maggiore rialzo settimanale da un mese, in scia alla prospettiva di nuove sanzioni a Teheran, dopo che martedì il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano. Oro in rialzo a 1.321 dollari l’oncia, favorito dal deprezzamento del biglietto verde.

Tornando a Piazza Affari, vendite su BANCO BPM (-4,3%) dopo i risultati. Sotto pressione il comparto delle utilities, penalizzato dal rischio politico e dal conseguente rialzo dei rendimenti obbligazionari; soffrono in particolare ENEL (-3,2%) e A2A (-4,1%), nonostante i conti in crescita.

In calo anche LEONARDO a -3,3% e i petroliferi, con ENI a -1,7% e SAIPEM a -2,3 per cento.

Debole anche TELECOM ITALIA (-3,9%) in scia alla multa da 74 milioni da parte del governo e alle vendite sulla controllata brasiliana, nonostante l’accordo con Tim sui contenuti TV. In controtendenza PRYSMIAN (+2,2%) e UNICREDIT (+1,8%), premiate dai conti.