Mercati – Piazza Affari la peggiore (-1%), pesa incertezza politica

Intorno alle 15:50 il Ftse Mib di Milano (-1%) resta in coda ai listini europei, mentre Ftse 100 di Londra (+0,2%), Cac 40 di Parigi (+0,1%), Ibex 35 di Madrid (flat) e Dax di Francoforte (+0,25%) non si discostano sensibilmente dalla parità.

Piazza Affari sconta l’incertezza legata agli ultimi sviluppi politici, con Lega e M5S che trattano per la formazione di un nuovo governo e dovrebbero riferire domenica sull’esito dei colloqui. Dinamica che si ripercuote anche sul mercato obbligazionario, dove il Btp si muove in controtendenza rispetto agli altri governativi europei e risale all’1,9%, ampliando lo spread con il Bund tedesco a 136 punti base.

Nel frattempo Wall Street ha aperto in positivo dello 0,3-0,4%, dopo i numeri di aprile sull’inflazione statunitense (+0,2% m/m) in crescita ma poco sotto le attese.

Dati che penalizzano il dollaro, consentendo all’euro di tornare sopra quota 1,19 e allo yen di riportarsi a 109,5 nei confronti del biglietto verde. La moneta unica risale anche rispetto alla sterlina (EUR/GBP a 0,881) dopo la riunione della Bank of England che ha lasciato invariati i tassi di interesse allo 0,5 per cento.

Fra le materie prime il petrolio annulla i guadagni della mattinata, sostenuti dalle crescenti tensioni Medio Oriente e dal calo delle scorte statunitensi, e Wti e Brent tornano rispettivamente in area 71 e 77 dollari.

Le quotazioni del greggio si avviano comunque verso il maggior rialzo settimanale da un mese, sospinto dalla prospettiva di nuove sanzioni a Teheran dopo che martedì il presidente americano Donald Trump ha annunciato il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano. Oro in rialzo a 1.321 dollari l’oncia, favorito dal deprezzamento del biglietto verde.

Tornando a Piazza Affari le vendite investono gran parte delle big cap, soprattutto BANCO BPM (-4,3%) dopo i risultati. Sotto pressione il comparto delle utilities, penalizzato dal rischio politico e dal conseguente rialzo dei rendimenti obbligazionari. Soffrono in particolare ENEL (-3,2%) e A2A (-3,5%), nonostante i conti in crescita.

Debole anche TELECOM ITALIA (-2,9%) in scia alla multa da 74 milioni da parte del governo e alle vendite sulla controllata brasiliana. In controtendenza MONCLER (+1%) e UNICREDIT (+1,5%), premiata dai conti che hanno evidenziato un risultato netto molto superiore alle attese.