Mattinata da dimenticare per i principali titoli del settore utility e delle rinnovabili quotati a piazza Affari, nonostante i risultati trimestrali (quelli relativi al periodo gennaio-marzo del 2018) finora pubblicati siano stati sostanzialmente in crescita e superiori alle attese degli analisti.
Alle ore 11:40 il Ftse Italia Servizi Pubblici è in flessione del 2,3% rispetto alla già debole chiusura di ieri (-0,5%), a fronte di un Ftse Mib in discesa dello 0,8 per cento. A pesare sull’indice settoriale in esame, ma anche sull’intera piazza Affari, soprattutto il nuovo rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato italiani, con lo yield del Btp a 10 anni che è attualmente all’1,904%, in rialzo di 3 punti base rispetto a ieri, e con lo spread sul Bund di pari durata balzato a 136 punti base.
Ad alimentare le vendite sui governativi italiani la sempre più probabile formazione di un esecutivo Movimento 5 Stelle – Lega, cioè due formazioni politiche considerate anti-establishment e che hanno vinto le ultime elezioni con programmi che potrebbero mettere in seria difficoltà i conti pubblici tricolori, basti pensare all’eliminazione della Legge Fornero sulle pensioni, all’introduzione di una Flat Tax al 15% e del reddito di cittadinanza, solo per citare i principali punti dei programmi politici dei due partiti.
Oltre al possibile maggior costo di rifinanziamento del debito da parte dei gruppi attivi nel settore utility e delle rinnovabili è necessario ricordare il rischio che il nuovo esecutivo Movimento 5 Stelle – Lega possa anche decidere di bloccare la chiusura del mercato tutelato e il conseguente passaggio al mercato libero di tutti i clienti da luglio del 2019.
Un provvedimento del genere sarebbe particolarmente negativo per i gruppi che sono attivi nella vendita di energia elettrica e gas, come A2A, Enel, Iren e Acea. Nel caso della principale multi-utility lombarda quotata, ad esempio, gli analisti stimano che il passaggio al mercato libero di tutti i clienti da luglio del 2019 implichi un incremento dell’Ebitda di circa 50 milioni di euro al 2021 (circa il 4% del margine operativo lordo atteso alla stessa data) rispetto all’esercizio 2017. Non a caso tra i peggiori del Ftse Italia Servizi Pubblici ci sono A2A (-3,2%) ed Enel (-2,8%).