Obbligazioni – Back to fundamentals

L’elemento più costante e forse anche più sconcertante di questi tempi è la rapidità con la quale le notizie vengono metabolizzate e archiviate, specie se riguardano eventi di carattere straordinario.

L’attenzione viene quasi immediatamente spostata all’istante successivo, a nuovi dati, commenti, esternazioni o proclami.

Le particelle accelerano all’improvviso, ma perdono in fretta l’energia e si riportano in stato di quiete. Questo è quanto vediamo da tempo sui mercati.

Ma c’è una spiegazione a tutto questo: è l’analisi dei fondamentali economici.

Dagli Stati Uniti alla Cina, dall’Europa al Brasile, salvo poche eccezioni, guardando con attenzione, la crescita c’è ma non a ritmi sorprendenti, l’inflazione è debole e la domanda non può fare a meno dello stimolo monetario.

Come dire che il meccanismo dei vasi comunicanti realizzato dalla globalizzazione ha omogeneizzato il sistema e, probabilmente, anche il modo di pensare.

Così, dopo il dato sull’inflazione americana di ieri, il rendimento del T-bond ritraccia, mentre in Europa il Bund si riprende un paio di centesimi al contrario del Btp che si stabilizza. Il dollaro si riporta in area 1,19 contro euro e gli spread dei corporate high-yield rimangono inchiodati sui livelli di inizio settimana.

E’ la vigilia del week end e difficilmente la giornata dovrebbe riservare sorprese.