Credem ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di 54,6 milioni (+11,3% rispetto al periodo di confronto), grazie all’andamento positivo del margine di intermediazione (+3,9% annuo a 313,7 milioni) e a rettifiche su crediti in netto calo (-39,1% a/a a 8,6 milioni).
Utile netto consolidato in significativa crescita a 54,6 milioni (+11,3% a/a) nel primo trimestre 2018 per Credem. Un risultato frutto dei miglioramenti in quasi tutti i principali aggregati del conto economico.
Il margine di intermediazione si è fissato a 313,7 milioni (+3,9% annuo), beneficiando dell’aumento delle commissioni nette a 132,8 milioni (+7,5% a/a). Queste ultime sono state sostenute dal progresso di quelle di gestione e intermediazione (+11,7% a/a), che hanno più che compensato il calo della componente da servizi bancari (-4% annuo).
Andamento opposto per il margine di interesse, in diminuzione a 120 milioni (-10,4% a/a) a causa sia del perdurare del contesto dei bassi tassi che si è riflesso in un calo del tasso medio sugli impieghi.
I costi operativi hanno evidenziato sono saliti a 209,2 milioni (+5,6% a/a). Nello specifico, le spese per il personale si sono incrementate a 133,2 milioni (+5% annuo), riflettendo gli investimenti effettuati per la crescita commerciale anche attraverso nuove assunzioni. In aumento anche gli altri costi operativi a 76 milioni (+6,6% a/a) per l’adeguamento alle evoluzioni normative.
Tali dinamiche hanno portato ad un risultato lordo di gestione pari a 104,5 milioni, un valore sostanzialmente in linea con il primo trimestre 2017.
Dopo avere spesato rettifiche su crediti significativamente scese a 8,6 milioni (-39,1% annuo) e un saldo negativo della gestione assicurativa per 10,5 milioni (deficit di 18,4 milioni nel periodo di confronto), il risultato netto di gestione si è attestato a 85,4 milioni (+19,9% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 54,5 milioni, a fronte dei 49 milioni del primo trimestre 2017.
Dal lato patrimoniale, gli impieghi salgono a 40,5 miliardi (+1,8% rispetto a fine 2017), al cui interno i crediti verso la clientela però scendono a 25,6 miliardi (-1,1% rispetto al 31 dicembre 2017). I crediti problematici lordi ammontano a 1.304,1 milioni, mentre quelli netti sono pari a 665,9 milioni, con un coverage ratio del 48,9 per cento. Le sofferenze nette lorde si attestano a 817,5 milioni, mentre quelle nette a 276,1 milioni, con un livello di copertura del 66,2 per cento.
La raccolta totale resta invariata a 33,8 miliardi, al cui interno quella da clientela scende a 21,6 miliardi (-4,1% rispetto a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 a fine marzo si fissa al 13,63% (13,32% al 31 dicembre 2017).