Intesa SP – Come il Private si prepara a diventare un global player

Il gruppo, sotto la guida di Paolo Molesini, punta a crescere a livello internazionale. In particolare, sono state individuate come aree di sviluppo il Sud America, in particolare Argentina, Brasile e Uruguay, e il Medio Oriente. Le prime tappe saranno l’apertura di una filiale a San Paolo e di una nel Bahrein.

Dopo aver conquistato la leadership in Italia, il nuovo piano industriale messo a punto da Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo, ha l’ambizione di trasformare il gruppo in un global player nel risparmio gestito.

La mission è diventare uno tra i cinque operatori principali in Europa e il secondo nell’Eurozona.

Un’aspirazione che si declina con azioni differenti nei diversi comparti di attività del gruppo. Per Eurizon, leader in Italia con una quota di mercato del 20%, punta a creare una partnership con un operatore internazionale. Mentre, nell’area Private Banking, Intesa Sanpaolo ha recentemente acquisito la banca svizzera Morval, che intende trasformare nella propria testa di ponte per lo sviluppo internazionale.

D’altronde il nuovo piano fissa obiettivi di crescita ambiziosi, 54 miliardi di nuova raccolta da oggi al 2021, per cui cercare di attingere anche da flussi di raccolta internazionali sembra una logica strategia.

“Ci aspettiamo che circa il 10% della nuova raccolta venga da attività fuori dall’Italia”, osserva in un’intervista Paolo Molesini, recentemente confermato amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Private Banking, sotto la cui guida la divisione è riuscita a passare da 160 miliardi ai 214 miliarsi attuali.

Il piano, dopo il rafforzamento dell’hub svizzero, prevede il potenziamento della filiale di Londra e di quella in Lussemburgo.

Come bacino di risparmio si punta a Sud America e Medio Oriente. Per questo verranno assunti dei consulenti internazionali che siano radicati come clientela in quei territori. Le aree più attraenti, in particolare, sono Brasile, Argentina e Uruguay, anche per la presenza di molte persone di origine italiana che conoscono il gruppo Intesa Sanpaolo e con patrimoni di rilievo. La prima filiale sarà aperta a San Paolo, la città carioca con il maggiore numero di oriundi. Sono, invece, ancora allo studio le eventuali aperture a Buenos Aires e Montevideo. Per quanto riguarda il Medio Oriente, la prima tappa sarà il Bahrein.

Nel frattempo, Intesa Sanpaolo Private Banking ha archiviato i primi tre mesi del 2018 macinando ottimi risultati. La raccolta di è attestata a 2,5 miliardi, in aumento del 6%, nonostante il contesto non particolarmente favorevole. L’utile netto ha toccato i 239 milioni (+7% a/a) grazie alla crescita delle commissioni ricorrenti (+7% a/a), che sono arrivate a pesare per il 93% del totale delle fee.

Alla fine di marzo 2018, le masse amministrate dal Gruppo Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking erano pari a 213,8 miliardi, sostanzialmente in linea con il 31 dicembre 2017 (214,2 miliardi) e in crescita di circa 11 miliardi (+5%) rispetto al 31 marzo 2017 (202,9 miliardi). L’evoluzione delle masse rispetto alla fine del 2017 è dovuta, da un lato, all’effetto mercato che nei primi tre mesi dell’anno ha inciso negativamente sui patrimoni (-2,9 miliardi), dall’altro, all’ottimo andamento della raccolta netta (+2,5 miliardi) che ha quasi interamente compensato il suddetto effetto negativo. L’analisi per aggregati evidenzia come la componente di risparmio gestito, pari a 150,5 miliardi, rappresenti oltre 70% delle masse.