Giornata incerta per le Borse europee, che archiviano gli scambi poco distanti dalla parità. Il Ftse Mib termina in progresso dello 0,3% a 24.297 punti, sovra-performando lievemente il Ftse 100 di Londra (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,2%), il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%). A Wall Street, nel frattempo, gli indici americani evidenziano ribassi compresi fra lo 0,7% e lo 0,9 per cento.
L’attenzione degli investitori si è concentrata prevalentemente sulla fitta agenda macroeconomica, oltre che sull’evoluzione dei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina nel giorno dell’arrivo del vice premier cinese a Washington. A ciò si aggiungono le incertezze politiche, in particolare in Italia per la formazione del nuovo governo, e le tensioni in Medio Oriente dopo l’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme.
Per quanto riguarda i dati macro, gli investitori sono rimasti parzialmente delusi dalla crescita inferiore alle attese delle vendite al dettaglio cinesi, nonostante la contestuale accelerazione della produzione industriale. In Europa sono giunti ulteriori segnali di parziale rallentamento, con le stime sul Pil tedesco e quello dell’Eurozona che non hanno battuto le attese, e la produzione industriale della zona euro al di sotto delle aspettative. Stabile a maggio l’indice Zew tedesco sulla fiducia degli investitori istituzionali a -8,2 punti.
Negli Stati Uniti, infine, le vendite al dettaglio hanno riportato un aumento dello 0,3%, sostanzialmente in linea con le previsioni, anche se le rilevazioni del mese precedente sono state riviste al rialzo.
Un segnale che, unito alla scarsa propensione al rischio, ha contribuito a spingere il rendimento del Treasury statunitense al 3,06%, mentre in Italia il Btp risale all’1,94% con uno spread dal Bund pressoché invariato a 130 punti base.
Il movimento del T-Bond trascina al rialzo anche il dollaro, che riporta il cambio con l’euro a 1,187 e quello con lo yen a 110,2.
Tra le materie prime il petrolio ritraccia dai massimi delle ultime sedute, con Wti e Brent rispettivamente in calo a 70,8 e 77,8 dollari al barile, mentre l’oro arretra addirittura a 1.295 dollari l’oncia, penalizzato dal rafforzamento del biglietto verde.
Tornando a Piazza Affari, avanza ancora PIRELLI (+4,3%) che ha pubblicato ieri a mercati chiusi i risultati del primo trimestre 2018, archiviato con un utile delle attività in funzionamento in crescita oltre le attese.
In rialzo anche SAIPEM (+2,4%) e UBI (+1,7%). Parziale rimbalzo per AZIMUT (+1,3%). Sottotono invece UNIPOLSAI (-1,9%), MEDIOBANCA (-0,7%) e BREMBO (-0,7%). Chiude poco mossa MEDIASET (-0,2%) prima dei conti.