Il gruppo Banca Popolare di Sondrio ha chiuso il primo trimestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 211,3 milioni (-6,5% rispetto al periodo di confronto). Il periodo è stato archiviato con un utile netto balzato a 42,8 milioni (+45% a/a), grazie al significativo calo delle rettifiche su crediti (-37,6% annuo a 31,8 milioni).
Popolare di Sondrio, nei primi tre mesi del 2018, ha registrato un margine di intermediazione pari a 211,3 milioni, con un calo 6,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
L’andamento ha risentito della contrazione dei profitti da trading, passati dai 28,4 milioni del primo trimestre 2017 a 16,1 milioni.
Positivo, invece, il contributo dei ricavi core. Nel dettaglio, il margine di interesse è salito a 120,2 milioni (+2,2% a/a) grazie alla contrazione degli interessi passivi e all’aumento degli impieghi. In aumento anche le commissioni nette a 76,3 milioni (+3,8% annuo), sostenute dal buon andamento di quelle derivanti dal collocamento di prodotti del risparmio gestito e assicurativi, nonché di quelle legate ai conti correnti, a finanziamenti e ai servizi di incasso e pagamento.
Il risultato lordo di gestione si è fissato a 78 milioni (-22,2% a/a), per effetto della crescita dei costi operativi a 133,4 milioni (+6% annuo). Nel dettaglio, a fronte della stabilità delle spese per il personale a 60,7 milioni, gli altri costi operativi segnano un incremento a 72,7 milioni (+12% a/a) scontando oneri di sistema per 17 milioni oltreché le maggiori spese in consulenza e informatiche.
In diminuzione a 31,8 milioni le rettifiche nette su crediti (-37,6% annuo), a conferma del miglioramento della qualità dell’attivo. Questa tendenza ha anche comportato un abbassamento del costo del credito, passato dallo 0,90% di fine 2017 allo 0,52% al 31 marzo 2018.
Tali dinamiche hanno portato ad un risultato netto di gestione leggermente inferiore rispetto al primo trimestre e pari a 46,1 milioni (-6,3% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto significativamente cresciuto a 42,8 milioni (+45% annuo), spinto dall’apporto di proventi straordinari netti pari a 9,8 milioni (oneri straordinari netti di 3,1 milioni nei primo tre mesi del 2017) e dal minore carico fiscale (-19,6% a 12,1 milioni rispetto al periodo di confronto).
Dal lato patrimoniale, a fine marzo gli impieghi scendono a circa 39 miliardi (-1,7% rispetto al 31 dicembre 2017), al cui interno però salgono a 30,6 miliardi i crediti verso clientela (+2,6% rispetto a fine 2017). I crediti deteriorati netti ammontano a 2 miliardi, con un livello di copertura pari al 52,42 per cento. Le sofferenze nette si attestano a 766 milioni con un coverage ratio del 67,62%, mentre le inadempienze probabili sono pari a 1,1 miliardi con un grado di copertura del 35 per cento.
La raccolta resta sostanzialmente stabile a 37,6 miliardi, al cui interno quella da clientela diminuisce leggermente a 28,4 miliardi (-1,2% rispetto al 31 dicembre 2017)
In riferimento alla solidità patrimoniale, il Cet1 al 31 marzo 2018 si attesta all’11,72% (11,60% a fine 2017).