Astaldi ha alzato il velo sull’atteso piano industriale 2018-2022, che vede come punti chiave la nuova partnership con IHI e una manovra finanziaria da oltre 2 miliardi. Obiettivo principale del business plan è il miglioramento della struttura finanziaria che, oltre alla manovra vera e propria, vede incentrato su di esso il modello di crescita sostenibile, focalizzato su un approccio capital light, oltre al prosieguo della strategia di de-risking.
Il Consiglio di Amministrazione di Astaldi ha approvato il nuovo piano industriale 2018-2022.
Tra i principali driver la partnership industriale con la giapponese IHI e la manovra di rafforzamento, che andranno ad innestarsi sui tre pilatri chiave: la crescita sostenibile, il de-risking e il rafforzamento della struttura finanziaria.
La crescita sostenibile sarà incentrata sulla ri-focalizzazione del business su contratti EPC, che consentono una migliore redditività e una dinamica finanziaria ottimale, con un cash flow autonomo e positivo. In questo contesto, le Concessioni si confermano in un ruolo di supporto, con un modello a basso assorbimento di capitale, mentre si punta all’espansione del business Operation & Maintenance, anch’esso funzionale ad un approccio capital light, per il quale è prevista una crescita media annua dei ricavi del 24% nell’arco del piano. Sempre in questa direzione la partnership con IHI che, oltre ad integrare la capacità operativa, dovrebbe consentire l’accesso a fonti di finanziamento specializzate sulle attività capital light sui mercati asiatici, come ad esempio la Japan Bank for International Coopertation.
Per quanto riguarda il de-risking, la strategia è già stata avviata con il riposizionmento delle attività in aree a basso rischio, fra le quali il nuovo accordo strategico favorirà l’accesso ai mercati Far East. La strategia punta ad ottenere un migliore profilo finanziario dei contratti e una maggiore certezza dei cicli di incasso, sacrificando dunque la marginalità in funzione della qualità del cash flow.
Il rafforzamento della struttura finanziaria, oltre che attraverso i punti precedenti, passa per una manovra da oltre 2 miliardi, che rappresenta la revisione completa della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo e il cui successo sarà propedeutico al miglioramento del rating. La maggiore flessibilità finanziaria e la riduzione del debito e dei relativi oneri sarà ottenuta attraverso un aumento di capitale da 300 milioni, il rinnovo con allungamento delle scadenze di linee di finanziamento esistenti per oltre 350 milioni, il rifinanziamento del bond da 750 milioni con scadenza 2020 e la cessione di asset in concessione per un importo di circa 790 milioni. Nello specifico, il management conta di ricavare circa 350 milioni dalla cessione del Terzo Ponte sul Bosforo, 50 milioni dall’Ospedale di Venezia-Mestre e 370 milioni dalla GOI Motorway.
Oltre agli obiettivi strategici, Astaldi punta in arco di piano a raggiungere i seguenti obiettivi economico-finanziari:
- Un portafoglio in esecuzione del business Costruzioni superiore a 10,5 miliardi nel 2019 e maggiore di 13 miliardi nel 2022, mantenendo un book-to-bill superiore a 1x per l’intero periodo.
- Ricavi totali superiori a 3,5 miliardi nel 2019 e a 4,2 miliardi nel 2022, con un CAGR 18-22 di circa il 7 per cento.
- Ebitda >350 milioni nel 2019 e >370 nel 2022, con una marginalità rispettivamente del 10 e del 9 per cento. Il core Ebitda, ovvero scoroporato del contributo di jv e collegate, è stimato invece >320 e >350 nel 2019 e nel 2022, entrambi con una marginalità del 9 per cento.
- Ebit superiore a 280 milioni nel 2019 e a 300 milioni nel 2022, con un ros dell’8 e del 7 per cento. Il core Ebit, che include anche l’effetto dell’impairment del Venezuela, è invece previsto >240 milioni nel 2019 e >280 milioni nel 2022, con relativo margine in entrambi i casi al 7%.
- Indebitamento finanziario netto pari a 400-500 milioni nel 2019 e inferiore ai 200 milioni nel 2020.
Infine, per l’esercizio in corso, la guidance per il 2018 individua come target ricavi superiori a 3,3 miliardi (3,1 nel 2017), Ebitda maggiore ai 350 milioni (370 nel 2017), Ebit oltre i 280 milioni (312 adjusted nel 2017) e indebitamento finanziario netto pari a 800-900 milioni.