Seduta a due velocità per i listini continentali, tra cui spicca in negativo il Ftse Mib in calo del 2,3% a 23.734 punti. Sottotono anche l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%), penalizzato come il listino italiano soprattutto dalle vendite sui bancari, mentre il Dax di Francoforte (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%) archiviano le contrattazioni non lontano dalla parità. A Wall Street, nel frattempo, gli indici americani viaggiano in frazionale rialzo.
Ad innescare le vendite sull’azionario domestico hanno contribuito soprattutto le indiscrezioni sulla bozza del piano di governo di Lega e 5 Stelle, che conterrebbe una richiesta alla Bce per cancellare 250 miliardi di debito e la creazione di un fondo con 200 miliardi di immobili pubblici da cartolarizzare, anche se i due partiti affermano che tali proposte siano già state modificate nei documenti redatti successivamente.
Reazione vigorosa anche nel comparto obbligazionario, dove il rendimento del Btp si è impennato al 2,1%, con uno spread dal Bund di pari durata in ascesa di 19 punti base a quota 149 bp (massimo da 4 mesi).
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il Treasury raggiunge il 3,09%, dopo il rialzo innescato ieri dai dati sulle vendite al dettaglio a stelle e strisce, che hanno rafforzato l’ipotesi di una Fed più restrittiva.
A livello internazionale, gli investitori guardano ai rapporti tesi fra Stati Uniti e Corea del Nord, anche se la Casa Bianca ha smorzato i timori su un possibile annullamento del summit in programma il 12 giugno. A ciò si sommano le preoccupazioni legate ai rapporti commerciali con la Cina e le tensioni in Medio Oriente.
Sul Forex il cambio euro/dollaro buca al ribasso quota 1,18, con il biglietto verde sostenuto dal rendimento del Treasury e la moneta unica penalizzata dall’instabilità politica in Italia e dai dati finali sull’inflazione dell’Eurozona, che hanno confermato un rallentamento all’1,2 per cento. Poco mosso il dollaro/yen, ancora sopra la soglia di 110, mentre il Pil giapponese ha registrato nel primo trimestre la prima flessione dopo 8 trimestri consecutivi in crescita. Sempre sul fronte macro, si segnala anche la crescita superiore alle attese della produzione industriale americana ad aprile (+0,7%).
Tra le materie prime l’oro scivola sotto 1.290 dollari l’oncia, mentre restano pressoché invariate le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 71,1 e 78,3 dollari al barile, dopo il calo in linea con le attese delle scorte Usa evidenziato dai dati settimanali Eia.
Tornando a Piazza Affari, le vendite investono la gran parte delle blue chip, soprattutto i bancari e MEDIASET (-5,3%), all’indomani della pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2018 che hanno evidenziato un calo dei ricavi pubblicitari. Debole anche TELECOM ITALIA (-4,1%) nel giorno del cda per l’approvazione dei dati trimestrali.
Brilla invece SAIPEM (+12,2%), che prosegue la rimonta cominciata con i conti del trimestre, sostenuta anche da alcuni report positivi degli analisti fra cui Morgan Stanley e Bernstein, che ha migliorato il giudizio da ‘neutral’ ad ‘outperform’ fissando il prezzo obiettivo a 6,60 euro. In rialzo anche TENARIS (+1,8%) e i titoli della moda MONCLER (+0,9%) e FERRAGAMO (+0,6%).