Intorno alle 15:40, dopo l’avvio poco mosso di Wall Street, Milano resta la peggiore tra le Piazze finanziarie europee con il Ftse Mib in calo del 2,2 per cento. Sottotono anche l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%), penalizzato come il listino italiano dalle vendite sui bancari, mentre il Dax di Francoforte (+0,3%), il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e il Cac 40 di Parigi (+0,2%) non si discostano molto dalla parità.
Ad innescare le vendite sull’azionario domestico hanno contribuito soprattutto le indiscrezioni sulla bozza del piano di governo di Lega e 5 Stelle, che conterrebbe una richiesta alla Bce per cancellare 250 miliardi di debito e la creazione di un fondo con 200 miliardi di immobili pubblici da cartolarizzare, anche se i due partiti affermano che tali proposte siano già state modificate nei documenti redatti successivamente.
Reazione vigorosa anche nel comparto obbligazionario, dove il rendimento del Btp si è impennato al 2,09%, con uno spread dal Bund di pari durata in ascesa di circa 20 punti base in prossimità dei 150 bp (massimo da 4 mesi).
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il Treasury resta in area 3,06%, dopo il rialzo innescato ieri dai dati sulle vendite al dettaglio a stelle e strisce, che hanno rafforzato l’ipotesi di una Fed più restrittiva.
A livello internazionale, gli investitori guardano ai rapporti tesi fra America e Corea del Nord, anche se la Casa Bianca ha smorzato i timori su un possibile annullamento del summit in programma il 12 giugno. A ciò si sommano le preoccupazioni legate ai rapporti commerciali con la Cina e le tensioni in Medio Oriente.
Sul Forex il cambio euro/dollaro buca al ribasso quota 1,18, con il biglietto verde sostenuto dal rendimento del Treasury e la moneta unica penalizzata dall’instabilità politica in Italia e dai dati finali sull’inflazione dell’Eurozona, che hanno confermato un rallentamento all’1,2 per cento. Poco mosso il dollaro/yen, ancora sopra la soglia di 110, mentre il Pil giapponese ha registrato nel primo trimestre la prima flessione dopo 8 trimestri consecutivi in crescita.
Tra le materie prime l’oro resta poco mosso in area 1.291 dollari l’oncia, mentre viaggiano in lieve calo le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 70,9 e 77,9 dollari al barile, in attesa della diffusione questo pomeriggio dei dati settimanali Eia sulle scorte Usa.
Tornando a Piazza Affari le vendite investono la gran parte delle blue chip, soprattutto i bancari e MEDIASET (-5%), all’indomani della pubblicazione dei risultati del primo trimestre 2018 che hanno evidenziato un calo dei ricavi pubblicitari. Debole anche TELECOM ITALIA (-3,9%) nel giorno del Cda per l’approvazione dei dati trimestrali.
Brilla invece SAIPEM (+10,7%) che prosegue la rimonta cominciata con i conti del trimestre, sostenuta anche da alcuni report positivi degli analisti fra cui Morgan Stanley e Bernstein, che ha migliorato il giudizio da ‘neutral’ ad ‘outperform’ fissando il prezzo obiettivo a 6,60 euro. In rialzo anche TENARIS (+2,2%).