Il gruppo Banca Finnat ha archiviato il primo trimestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 16 milioni (+5,9% rispetto al periodo di confronto), la cui performance ha beneficiato dell’apporto positivo delle principali componenti. L’utile netto si è diminuito a 1,4 milioni (-13% annuo), risentendo di un maggiore carico fiscale.
Banca Finnat, nei primi tre mesi del 2018, ha riportato un margine di intermediazione salito a 16 milioni (+5,9% a/a).
L’andamento è stato supportato dalla crescita del margine di interesse a 2,4 milioni (+25,8% annuo) e, soprattutto, delle commissioni nette a 12,4 milioni (+23,5% a/a). Queste ultime hanno beneficiato della dinamica positiva dell’attività core e della controllata InvestiRE Sgr.
I costi operativi sono rimasti sostanzialmente stabili a 11,8 milioni. Nel dettaglio, i costi del personale sono aumentati a 8,5 milioni (+3,9% annuo), mentre gli altri oneri operativi sono scesi a 3,3 milioni (-8,6% a/a).
Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti salite a 0,5 milioni (+64,8% annuo), il risultato netto di gestione si è attestato a 3,6 milioni (+22,8% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto sceso a 1,4 milioni (-13% annuo), a causa di maggiori imposte per 1,3 milioni (+86,7% a/a).
Dal lato patrimoniale, al 31 marzo 2018 gli impieghi diminuiscono a 1.512 milioni (-12,1% rispetto a fine 2017), al cui interno i crediti verso la clientela scendono a 1.099 milioni (-19,1% rispetto al 31 dicembre 2017).
In calo a 1.301 milioni anche la raccolta totale (-14,3% rispetto a fine 2017), al cui interno quella da clientela si riduce a 1.275 milioni (-14,7% al 31 dicembre 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine marzo il Cet1 si è attestato al 32,1% (32,6% al 31 dicembre 2017).