Il Ftse Italia Banche chiude con un rosso del 3,7% e sotto-performando di 1,5 punti percentuali l’analogo europeo (-2,2%), zavorrando anche il Ftse Mib (-2,3%). Quest’ultimo ha risentito dell’accentuarsi dell’incertezza politica, in scia ad alcune indiscrezioni emerse in merito al piano di governo a cui starebbero lavorando Lega e M5S, anche se i due partiti hanno comunicato che alcuni punti sono già stati modificati nei documenti redatti successivamente.
Tale situazione ha provocato un innalzamento di 20 pb dello spread Btp-Bund vicino alla soglia di 150 pb, penalizzando soprattutto il comparto bancario che, nei giorni scorsi, aveva tenuto grazie alle buone indicazioni emerse dalle trimestrali pubblicate la settimana precedente.
Le vendite colpiscono tutti i titoli del paniere principale, con ribassi compresi tra il 2,5% e il 5,5 per cento.
Proseguono le prese di beneficio su Mps (-0,7%), dopo il rally dei giorni precedenti in scia alla trimestrale che ha visto il ritorno dell’utile netto e i cui risultati sono stati illustrati dall’Ad Marco Morelli in una serie di incontri con gli investitori istituzionali a Londra e a Milano. Il presidente della banca senese, Stefania Bariatti, ha espresso l’auspicio di poter chiudere l’anno in corso in utile (in anticipo rispetto a quanto previsto dal piano di ristrutturazione) dopo i buoni risultati del primo trimestre, anche se la strada da fare è ancora lunga.
La situazione non cambia nel Mid Cap, con Popolare Sondrio e Credem che chiudono entrambe con un calo del 3,2 per cento. Più consistente la discesa di Creval (-5,1%), il cui presidente Miro Fiordi ha ribadito che il focus resta sul piano industriale.
Identico scenario ma più contenuto nello Small Cap, con Carige che riesce limitare le perdite all’1,1%, mentre Banca Finnat (flat) interrompe la fase di debolezza avviata dopo la pubblicazione della trimestrale.