Dopo l’assemblea tenutasi lo scorso che ha rinnovato il board di Bper, alcuni azionisti storici stanno cominciando a ragionare su come muoversi nel prossimo futuro.
Rumor di stampa riportano che alcune fondazioni, che insieme detengono circa il 10% del capitale della banca modenese, e alcuni imprenditori locali che fanno capo a Giorgio Pulazza titolari di una quota del 4,6%, potrebbero costituire un patto parasociale di consultazione.
Un patto di questo tipo è meno vincolante rispetto a un patto di sindacato di voto, dato che i membri devono solo preventivamente consultarsi per decidere su una specifica questione.
Tra le fondazioni coinvolte ci sarebbero la Cr della provincia dell’Aquila, la Cr Bra, la Cr Vignola, la Banca del Monte di Foggia, Carisbo e, soprattutto, la Cr Modena (che recentemente ha raggiunto il 3%) e la fondazione Banco di Sardegna, titolare di una quota del 3,02 per cento. Quest’ultima, nei prossimi anni, potrebbe incrementare la sua quota tramite uno swap delle azioni detenute in Banco di Sardegna, controllata di Bper.
Tale patto, qualora prendesse forma, si affiancherebbe all’altro azionista rilevante Unipol, titolare di una partecipazione di poco inferiore al 10 per cento.
Entrambi gli schieramenti dispongono dei numeri necessari per incidere nelle strategie future dell’istituto guidato da Alessandro Vandelli. Non è da escludere una coesione dei due blocchi, anche in considerazione del probabile risiko che caratterizzerà il settore bancario italiano nel 2019.
Intorno alle 10:15 a Piazza Affari il titolo registra un rialzo dello 0,8% a 5,04 euro, mentre il Ftse Italia Banche cede lo 0,5 per cento.