“In Iran stiamo aspettando, abbiamo firmato degli ordini con le controparti iraniane nel 2015 che non sono ancora in vigore perché manca la copertura finanziaria. Adesso questo processo è stato interrotto perché, con l’uscita degli Usa dal trattato, le banche non sono più disponibili a finanziare progetti iraniani per la paura di sanzioni secondarie”.
È quanto dichiarato a margine di un evento da Alessandro Trivillin e Alessandro Brussi, rispettivamente AD e CFO di Danieli, in merito allo stato delle commesse da 1,5 miliardi che il gruppo ha ottenuto nel Paese mediorientale.
Le commesse sono infatti ritenute molto importanti e la loro perdita, pur non rappresentando un costo, comporterebbe una mancata opportunità.
Il management attende ora l’aiuto di Italia e soprattutto Europa, visto che lo scontro economico-commerciale in atto va a coinvolgere non solo Danieli, ma anche grossi gruppi europei come Airbus, Siemens e Total.