Giappone – Il Pil negativo è un evento stagionale

La notizia della pubblicazione della crescita negativa nel primo trimestre dell’economia nipponica non ha avuto alcun impatto negativo sul mercato azionario domestico, sebbene fosse il primo calo dopo otto trimestri consecutivi di crescita.

L’indice della Borsa di Tokyo ha registrato un calo dello 0,2% nella seduta della pubblicazione del dato, ma si è ripreso prontamente in quella successiva mettendo a segno un incremento di mezzo punto percentuale che riporta il Nikkei a ridosso dei 23.000 punti, non lontano dai massimi di periodo.

L’indice della Borsa di Tokyo rimane positivamente impostato e registra una performance positiva da inizio anno, avendo sopportato meglio le turbolenze dei mercati durante il bimestre febbraio-marzo.

L’economia nipponica si trascina in uno stato di modesta crescita, ormai pluriennale, ma la continua ingerenza della banca centrale aiuta a mantenere i tassi negativi e lo yen molto basso.

Tale situazione si riflette su un aumento delle esportazioni e alimenta il carry-trade degli investitori sulla divisa nipponica, indebitandosi a tassi bassissimi ed investendo il ricavato in asset finanziari più remunerativi.

Tornando al calo del Pil, il fattore di rilevo è la chiusura dell’anno fiscale con il pagamento delle tasse nel mese di marzo. Questo evento genera un effetto negativo sull’economia piuttosto ciclico che genera un rallentamento dei consumi nel trimestre.

E’ pur vero che sia nel 2016 che nel 2017, nello stesso periodo dell’anno, il Pil era cresciuto ma il dato era influenzato dall’incremento dell’IVA dal 4% all’8% avvenuto nel 2014 e che aveva penalizzato quasi tutto l’anno successivo, consentendo poi i rimbalzi nei trimestri a partire dal 2016.

Tutto questo per evidenziare che non sembra esserci un cambio di rotta nell’andamento dell’economia del Sol Levante e il dato negativo non dovrebbe essere confermato nei prossimi trimestri.

Conclusioni

Al di là delle precedenti considerazioni, le buone notizie arrivano dal flusso del settore privato che rimane in attivo per una percentuale pari all’8% del Pil.

La crescita nipponica rimane debole da diversi anni, ma la produzione industriale e la produttività hanno già fornito qualche segnale di risveglio.

In aggiunta, il Paese è meno esposto agli shock internazionali, in quanto il suo debito pubblico è sottoscritto per il 93% dai risparmiatori domestici.

Di conseguenza, fino a quando rimarrà il paracadute della banca centrale, il mercato azionario giapponese rimane uno degli investimenti favoriti dagli investitori, anche in periodi di maggiore turbolenza internazionale.