In una seduta in profondo rosso per il listino milanese, scattano le vendite anche sul Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale che retrocede dello 0,7 per cento, sottoperformando leggermente il corrispondente indice europeo (-0,4%).
Come detto, il Ftse Mib nella seduta di ieri è sprofondato del 2,3 per cento, peggiore fra gli Eurolistini, penalizzato dalle indiscrezioni sulla bozza del contratto di governo fra Lega e M5S, nella quale era contenuta una richiesta alla Bce per la cancellazione di 250 miliardi di debito. I rumors hanno spinto al rialzo anche il rendimento del Btp decennale, con lo spread dal Bund lievitato alle soglie dei 150 punti base.
Leggermente in calo rispetto alla seduta precedente le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent che poco dopo la chiusura scambiavano rispettivamente a 71,2 e 78,3 dollari/barile. Nella giornata di ieri l’AIE ha rivisto al ribasso le stime sulla domanda petrolifera mondiale nel 2018, anche se queste rimangono superiori a quelle dell’OPEC, mentre i dati EIA hanno evidenziato un calo delle scorte in linea con le attese.
Tornando all’azionario, l’indice di settore è stato penalizzato dalla performance di Eni (-1,3%) mentre le altre due big del settore sono state le migliori del Ftse Mib.
Saipem infatti ha messo a segno un rally (+12,2%) in scia all’upgrade di Bernstein e alla view positiva sul settore dell’oil service indicata da Morgan Stanley, che ha incluso fra le società che beneficeranno dello scenario petrolifero anche Tenaris (+1,8%).
Fra le Mid Cap, vendite su Maire Tecnimont (-3,4%) mentre sale leggermente dello 0,3 per cento Saras.
Infine, andamento opposto per le società a minore capitalizzazione Gas Plus (+0,4%) e d’Amico (-1%).