Partenza positiva di tutti gli indici che si adeguano al buon andamento delle piazze europee. I listini cambiano però direzione in scia alle dichiarazioni di Trump in merito alle difficoltà di trovare un accordo con la Cina sulla questione dei dazi commerciali.
Solo il Russell 2000 (+0,6%) chiude positivo facendo registrare il secondo record consecutivo.
In frazionale calo gli altri tre indici principali con il Dow Jones ed il Nasdaq in discesa dello 0,2% e lo S&P500 (-0,1%) che chiude quasi invariato, alla pari del VIX.
Tra i titoli in evidenza Chesapeake che sale del 9% per la settima seduta consecutiva con un rialzo del 44% dalla pubblicazione della trimestrale lo scorso 2 maggio. La società, attiva nel settore petrolifero, beneficia dei continui rialzo del prezzo del greggiosalito anche ieri, sebbene di un modesto +0,1%. La nuova chiusura a 71,5 dollari al barile rappresenta il picco degli ultimi tre anni e mezzo.
Le quotazioni dell’oro nero spingono al rialzo le azioni del settore energia (+1,3%)
In ribasso i comparti delle utilities (-0,9%) e la tecnologia (-0,5%) che soffre la trimestrale senza acuti di Cisco (-3,7%).
Sul fronte obbligazionario, si ferma la corsa dei rendimenti del titolo biennale, in calo per la prima volta dopo otto sedute, di un punto base al 2,57%. Avanzano, invece, ancora sia il decennale al 3,11% che il trentennale al 3,25%.
Al momento il rendimento della scadenza quinquennale dell’obbligazione governativa statunitense supera quello di tutti i decennali dei Paesi del G10. Lo stesso fenomeno è riscontrabile anche sul rendimento del triennale con l’unica eccezione dell’Australia