Mps – La ricetta della Lega continua a penalizzare il titolo

Le parole della Lega affossano Mps. Oggi a Piazza Affari le azioni dell’istituto di credito senese lasciano sul terreno il 3,2% a 2,8 euro, dopo avere perso ieri il 9% sulla scia delle indicazioni strategiche previste dal nuovo contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle.

Ma ieri il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, ha rincarato la dose sostenendo che, secondo il Carroccio, Mps dovrebbe rimanere in mani pubbliche e che per guidare il nuovo corso dovrà essere scelto un nuovo manager al posto di Marco Morelli.

Chiaramente la Borsa non ha preso bene la notizia, arrivata proprio dopo che erano emersi i primi frutti, con il ritorno all’utile, del piano di rilancio messo a punto dal manager dopo lunghe negoziazioni sui tavoli delle diverse autorità, italiane ed europee.

Quanto alle conseguenze in borsa e nei confronti degli impegni presi con Bruxelles, Borghi dichiara di non preoccuparsene. “E’ bene che certuni si abituino ad avere partiti che fanno quel che hanno promesso in campagna elettorale. Andremo a Bruxelles e ridiscuteremo il piano”, ha dichiarato l’esponente leghista che ha così sintetizzato la propria ricetta per il Monte dei Paschi:

“Bisogna abbandonare l’idea di farci profitti vendendola a chissà chi. È la banca più antica del Mondo, un patrimonio del territorio e del Paese. Nel consiglio regionale della Toscana abbiamo firmato mozioni sia contro la vendita del patrimonio artistico che delle filiali sul territorio. E ci tengo a ricordare che sia il Pd che il Movimento Cinque Stelle hanno spesso votato con noi. Ci sono Paesi nei quali lo sportello Mps ha il valore simbolico dell’ufficio postale”.