Chiusura contrastata per le borse europee, orfane di Francoforte chiusa per festività. A Piazza Affari lo stacco delle cedole di 19 big cap penalizza il Ftse Mib, in calo dell’1,5% a 23.092 punti. Debole anche l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%); in rialzo invece il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e il Ftse 100 di Londra (+1%), che ha toccato un nuovo record storico a quota 7.859 punti.
Oltreoceano intanto Wall Street è ben intonata, con guadagni fino a un punto percentuale per i principali indici a stelle e strisce, in scia al buon esito delle trattative fra Washington e Pechino, che hanno temporaneamente sospeso i dazi reciproci in attesa di un accordo definitivo.
In Italia i riflettori sono puntati sul Quirinale e sugli incontri fra Sergio Mattarella e i leader di Lega e M5s, dopo l’intesa sul governo raggiunta nel fine settimana. Una soluzione criticata dall’agenzia Fitch, che intravede un aumento dei rischi per il merito creditizio dell’Italia, attraverso un allentamento della disciplina fiscale e un potenziale danno al livello di fiducia. Secondo l’agenzia, infatti, le coperture proposte non sono sufficienti a coprire l’esborso necessario per le misure annunciate e il programma non è coerente con l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/Pil.
Nel comparto obbligazionario il Btp sale al 2,37%, con uno spread dal Bund in ascesa di 21 bp a 185 punti base, toccando i massimi da circa un anno.
La situazione politica italiana frena anche l’euro, in area 1,177 dollari, con il biglietto verde sostenuto anche dalla distensione delle relazioni Usa-Cina e dai Treasuries costantemente oltre il 3 per cento. In rialzo a 111,1 il cambio dollaro/yen, mentre la lira turca cede il 2% e tocca un nuovo minimo storico nei confronti della valuta statunitense (USD/TRY a 4,58).
Un movimento discendente accentuato anche dall’immobilismo della banca centrale turca, restia ad incrementare i tassi di interesse su condizionamento del leader Erdogan. Un problema non da sottovalutare, considerando l’elevato indebitamento delle società turche non finanziarie, pari a $ 222 miliardi, mentre i rumor parlano di un possibile congelamento dei depositi in dollari.
A livello internazionale, si segnalano anche la visita del presidente sudcoreano negli Stati Uniti per discutere della Nord Corea e la ripresa delle negoziazioni sulla Brexit. Possibili spunti in serata dagli interventi di alcuni membri della Fed, mentre in settimana verranno diffuse le minute della banca centrale americana e della Bce, oltre agli indici Pmi preliminari europei di maggio.
Tra le materie prime l’oro flette in area 1.289 dollari l’oncia, mentre guadagnano terreno le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 72,2 e 79 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, i maggiori ribassi vengono fatti segnare da UNIPOLSAI (-6,8%), INTESA (-7,3%), GENERALI (-5%), BANCA GENERALI (-5,2%), UNIPOL (-4%) e ITALGAS (-3,9%), appesantite dallo stacco dividendi.
Acquisti su SAIPEM (+2,2%) e sugli industriali, in particolare FCA (+2,6%) mentre cresce l’attesa per la presentazione del nuovo piano industriale in programma il prossimo 1° giugno, che dovrebbe confermare il focus della strategia del gruppo sui segmenti a maggiore redditività. In rialzo pure BUZZI (+1,6%), PRYSMIAN (+1,4%) e CNH (+1,7%), che continua a beneficiare delle buone indicazioni provenienti dalla trimestrale della rivale americana Deere.