Si arresta l’emorragia sui titoli Mps, dopo che nell’ultima parte della scorsa settimana hanno lasciato sul terreno il 14%, rimangiandosi quasi tutto il rialzo registrato dopo l’annuncio del ritorno all’utile nel primo trimestre 2018.
Nella seduta di oggi le azioni della banca guidata da Marco Morelli alle 12:30 mostrano un incremento dell’1,3% a 2,85 euro, segno che si è fermata la correzione dovuta ai timori di un cambio di rotta nella governance e nella strategia, che potrebbero essere impresse dal nuovo governo.
Oggi, quindi, le azioni vivono un momento di tregua in attesa di capire se e come verrà formato il nuovo esecutivo. Solo in un secondo momento, invece, si potrà esaminare in che misura a in quale forma verranno attuate le indicazioni contenute nel contratto di governo che per Mps prevede “un ripensamento della banca in ottica di servizio”.
Una frase che il responsabile della Lega, Claudio Borghi, non ha esitato settimana scorsa a chiarire spiegando che per Mps sarà inevitabile un cambio del management e che l’obiettivo è abbandonare l’idea di venderla per farci profitti, ma si vuole tenerla come patrimonio del Paese.
Dichiarazioni che hanno fatto crollare i titoli in Borsa e che sono valse anche il richiamo della Consob verso una maggiore attenzione alle dichiarazioni da parte di esponenti politici su titoli quotati, a mercati aperti.
Il percorso che dovrebbe riportare Mps in mani private entro il 2021 e per il quale il governo italiano dovrà dare indicazioni concrete sulle modalità di uscita entro il 2019 è, tuttavia, frutto di lunghe e delicate negoziazioni con le autorità europee e non si può mollare senza conseguenze. La Commissione stessa è scesa in campo dichiarando tramite una portavoce che: “La Commissione Europea monitora l’attuazione della decisione sugli aiuti di Stato ed è responsabilità degli Stati membri rispettare gli impegni sui quali si sono impegnati”.
Sulla questione, anche l’Ad Marco Morelli ha spiegato in un’intervista che: “Noi ci troviamo ad avere un percorso già tracciato, con obiettivi pluriennali discussi ad ogni livello. Non possiamo uscire da questo sentiero a abbiamo ben presente che l’impegno con la Commissione Europea a portate avanti il piano non lo ha preso solo la banca ma il ministero dell’Economia”.
Morelli ha sottolineato come l’utile raggiunto pari a 188 milioni sia il frutto dell’intenso lavoro partito già nel 2017 per quanto riguarda il taglio dei costi, la gestione dei crediti deteriorati e le iniziative commerciali volte a riattivare l’attività dopo la riduzione di impieghi e raccolta degli ultimi anni, che inevitabilmente si riflettono sul conto economico. Per questo la ripresa, sottolinea ancora il manager, sarà lenta e la banca non si può permettere un calo di tensione nel perseguire i propri obiettivi.