Servizi Finanziari – La volatilità dei mercati condiziona ricavi e margini nel 1Q 2018

Il comparto del risparmio gestito ha archiviato il primo trimestre 2018 con ricavi totali per 699,1 milioni (-7% rispetto allo stesso periodo del 2017). La dinamica del giro d’affari si è riflessa in misura più amplificata sul risultato netto di gestione (-20,3% a/a a 292,3 milioni) e sull’utile netto (-27% annuo a 193,9 milioni). Gli asset under management sono leggermente cresciuti a circa 250 miliardi.

Dopo la pubblicazione dei dati relativi al primo trimestre 2018 delle principali società dell’asset management, è il momento per fare il punto sul loro andamento.

Il pannello preso in considerazione include Azimut, Banca Generali, Fineco e Banca Mediolanum.

I ricavi aggregati si sono attestati a 699,1 milioni, registrando una riduzione del 7% rispetto al corrispondente periodo del 2017. L’andamento è imputabile soprattutto alla significativa diminuzione delle commissioni di performance, che a loro volta hanno risentito della volatilità dei mercati che ha caratterizzato il periodo. In crescita, invece, le commissioni ricorrenti, grazie alla buona tenuta della raccolta netta.

Fineco ha riportato ricavi in crescita a 155,4 milioni (+9,6% a/a) grazie all’ottimo risultato delle commissioni nette (+10,5% a/a a 71,5 milioni) in seguito all’aumento delle masse, nonché del contributo positivo del margine di interesse (+9,5% a/a a 70 68,9) per merito dell’incremento dei volumi del lending.

Banca Generali ha realizzato un giro d’affari per 114 milioni (-9,7% annuo) in seguito al calo delle commissioni nette (-17,2% a/a a 85,6 milioni), che a loro volta sono state penalizzate dalla riduzione delle commissioni di performance. In crescita, invece, le commissioni di gestione (+20% annuo a 91 milioni) grazie all’incremento degli asset under management.

Banca Mediolanum ha registrato ricavi pari a 247,4 milioni (+5% a/a), in seguito alla discesa delle commissioni nette a 184 milioni (-15% annuo), a loro volta penalizzate dalla performance negativa delle performance fee (-67,8% a/a a 21,5 milioni). Andamento opposto, invece, per le commissioni ricorrenti (+7,1% annuo a 250,3 milioni), sostenute dalla tenuta della raccolta.

Azimut ha riportato un giro d’affari pari a 182,3 milioni (-15,1% a/a), frenato dall’apporto negativo di quelle variabili (-80,6% annuo a 9,6 milioni), assorbite solo in minima dal buon andamento delle commissioni ricorrenti (+5,5% a/a a 156,3 milioni) per merito della lieve crescita delle masse, a cui hanno concorso anche le acquisizioni effettuate all’estero.

Passando al risultato netto di gestione, il dato aggregato ha registrato una contrazione a 292,3 milioni (-20,3% annuo), ascrivibile oltre che alla diminuzione dei ricavi, anche all’aumento dei costi operativi per lo sviluppo della rete dei promotori.

Stessa dinamica per l’utile netto aggregato, diminuito a 193,9 milioni (-27,7% a/a).

In riferimento alla raccolta, si segnala che le masse gestite a fine marzo hanno registrato nell’insieme un piccolo aumento a circa 250 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017. Tutte e quattro le big del settore hanno mostrato una buona tenuta della raccolta, nonostante i mercati contrastati.