Domani si terrà l’assemblea degli azionisti di Deutsche Bank, che si annuncia particolarmente movimentata per le tensioni sorte tra il presidente Paul Achleitner e alcuni grandi investitori istituzionali.
A scagliarsi negli ultimi giorni contro il presidente è stato Hans-Christoph Hirt, a capo del fondo attivista britannico Hermes Eos che, in una lettera inviata agli azionisti e visionata dalla stampa, ha chiesto di porre le basi per arrivare alla sostituzione di Achleitner: “Deve dare prova di una governance più efficace alla testa del consiglio di sorveglianza”.
Hirt ricorda che “Paul Achleitner non ha solo supervisionato il significativo numero di turnover di Ceo e management durante il suo mandato di sei anni ma anche tutti i tentativi di definire e implementare una strategia di creazione di valore per Deutsche Bank”.
La recente decisione di allontanare l’ex Ceo John Cryan per sostituirlo con Christian Sewing non è stata apprezzata dai grandi fondi, che stanno premendo per la sua sostituzione.
Tali investitori istituzionali, soprattutto hedge fund, erano sostenitori della strategia di riduzione dei costi portata avanti dall’ex numero uno Cryan e da tempo hanno manifestato le loro perplessità sull’operato di Achleitner.
D’altro canto, quest’ultimo gode dell’appoggio dei due principali azionisti del colosso teutonico, il fondo sovrano del Qatar e il conglomerato cinese Hna. Con questi due soci Cryan non ha mai voluto interagire.
Altri azionisti, infine, hanno sottolineato che è ora per la banca teutonica “di premere sull’acceleratore. Non c’è tempo da perdere e bisogna arrivare presto a dei risultati. E, soprattutto, basta ristrutturazioni”.
Sul listino di Francoforte il titolo ha aperto le contrattazioni con un rialzo dello 0,4% a 11,01 euro. Da inizio anno le quotazioni hanno perso oltre il 30% del valore.