Intorno alle 12:00 il Ftse Mib cede l’1,8%, ancora zavorrato dalle vicende politiche. Solo il Ftse 100 di Londra resiste parzialmente alla vendite (-0,7%), mente il Cac 40 di Parigi (-1,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,4%) e il Dax di Francoforte (-1,5%) cedono oltre il punto percentuale.
Dopo la tenuta delle sedute di lunedì e ieri, gli investitori sono tornati a vendere l’azionario italiano, spaventati dalle prospettive aperte dal governo nascente M5S-Lega, che pesano sullo spread tra i rendimenti dei benchmark decennali italiano e tedesco. Il differenziale schizza a 193 punti base, con un aumento di 17 punti base, mentre lo yield sul Btp a 10 anni si attesta al 2,44 per cento.
A livello internazionale, pesano i rinnovati timori per una guerra commerciale dopo la decisione degli Stati Uniti di confermare i dazi sull’import di alluminio e acciaio provenienti dalla Cina.
Sul fronte macroeconomico, la disoccupazione in Francia torna a crescere seppur moderatamente, nel Regno Unito aumenta l’inflazione ma meno delle attese e a maggio l’attività economica dell’Eurozona tocca i minimi da un anno e mezzo.
Nel frattempo, l’euro è in calo rispetto al dollaro a 1,17, contro lo yen la moneta unica scende a 128,56. Oggi, la Commissione europea pubblicherà le raccomandazioni sui bilanci degli Stati membri mentre stasera sarà la volta dei Verbali dell’ultima riunione della Fed. Gli investitori tenteranno di carpire se la Banca Centrale a stelle e strisce intende portare a quattro il numero di aumenti del costo del denaro previsti per il 2018.
Sempre dal lato forex, la lira turca ha toccato un minimo storico rispetto al dollaro (USD/TRY a 4,925). A preoccupare i mercati gli annunci dei giorni scorsi del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, decisamente contrario a un aumento dei tassi d’interesse, di voler decidere in prima persona la politica monetaria dopo le elezioni presidenziali anticipate del 24 giugno. A questo si aggiunge il pesante fardello rappresentato dal debito pubblico di Ankara.
Tornando a Piazza Affari, segno meno generalizzato su tutti i titoli tranne YNAP che rimane invariato. Tra i meno penalizzati AZIMUT (-0,4%), che secondo alcune indiscrezioni starebbe negoziando l’ingresso in Timone Fiduciaria con l’operatore di private equity Peninsula Capital.
Il giudizio positivo di RBC Capital non aiuta ATLANTIA (-1,5%). La banca d’affari statunitense ha alzato il giudizio sul gestore autostradale a outperform e migliorato il target price a 30 euro.
In rosso TELECOM ITALIA (-1,3%). Al consiglio Agcom di domani 24 maggio dovrebbe approdare il dossier della separazione della rete Telecom Italia per una prima analisi.
Cedono anche i bancari come BANCO BPM (-2,9%), UNICREDIT (-2,6%), UBI (-2,6%) e MEDIOBANCA (-1,7%).
Particolarmente penalizzati i petroliferi SAIPEM (-4,6%), TENARIS (-2,8%) ed ENI (-1,9%).