Nel primo trimestre 2018 il settore ha mostrato un andamento complessivamente debole. Una dinamica che emerge anche dai dati di Confcommercio, relativi a marzo, con una domanda di beni e servizi in flessione dello 0,5% su base tendenziale. I Ricavi calano, l’Ebitda tiene ma l’Ebit registra una contrazione. In controtendenza l’utile ante imposte, che balza del 31%. Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto totale è sostanzialmente in linea con l’ammontare di fine 2017.
L’andamento complessivamente debole delle società del settore commercio trova riscontro anche nei dati di Confcommercio con una domanda di beni e di servizi rispettivamente in calo dell’1,4% e in aumento dell’1,7 per cento su base tendenziale.
RICAVI – Nel primo trimestre 2018 i ricavi complessivi del settore segnano una diminuzione dell’1,5% a 1.793 milioni.
A pesare, in particolare, la contrazione del fatturato registrata da Campari (-8,2% a 336 milioni), risultato di una crescita organica (+2,2%), uno sfavorevole andamento valutario (-7,5%) e variazioni di perimetro (-2,9%), e Massimo Zanetti Beverage (-9,6% a 211,2 milioni), per effetto principalmente di fattori esterni, come la svalutazione del dollaro statunitense e l’applicazione del principio IFRS 15.
Positivo il contributo di Ynap (28,9% dei ricavi aggregati) che realizza ricavi per 517 milioni (+0,5% reported; +7,9% a cambi costanti) grazie al buon andamento del segmento Multimarca In-Season (ricavi pari a 282,3 milioni o +14,1% a/a tassi di cambio costanti e +5,9% a/a reported), di Multimarca Off-Season (183,3 milioni o +2% a/a a tassi di cambio costanti e -4,6%a/a reported) solo marginalmente inficiato dalla flessione dell’ Online Flagship Stores (51,9 milioni o -1,5% a/a tassi di cambio costanti e -7,4% a/a reported);
Buono anche l’andamento di Marr, che ha realizzato ricavi pari a 328,5 milioni (+2,7%), pari al 18,3% del totale di settore, a cui ha contribuito in modo rilevante il segmento Street Market (ristoranti e hotel non appartenenti a gruppi o catene), che ha registrato ricavi pari a 199 milioni (186,7 milioni nel 2017), beneficiando anche dell’effetto positivo della Pasqua (quest’anno in calendario l’1 aprile rispetto al 16 aprile 2017).
Performance positive anche per altri gruppi del settore, quali La Doria (+6,8% a 179
milioni) e Ivs Group (+5,6% a 102,9 milioni).
EBITDA – L’Ebitda complessivo si attesta a 142,6 milioni sostanzialmente invariato rispetto al primo trimestre 2017. Nel dettaglio si rileva che oltre il 52% dell’aggregato è riferito a Campari, con un ammontare pari a 74,7 milioni, in calo del 5% dai precedenti 78,6 milioni. Buono invece l’andamento del margine operativo lordo sia di Marr, che segna un progresso del 6,2% a 16,4 milioni sia di Ivs Group, che ha evidenziato una crescita del 3,9% a 23,5 milioni.
EBIT – L’Ebit totale è pari a 97 milioni, in diminuzione dell’1%. Nel dettaglio, Campari che pesa maggiormente con 61,1 milioni (il 63% del totale) ha segnato un calo del 5,1%, nonostante ammortamenti diminuiti del 4,2 per cento. A seguire Ivs Group, con un risultato operativo netto di 12,1 milioni (il 12,4% del totale), in aumento dell’1,1% pur in presenza di ammortamenti e svalutazioni aumentati del 7 per cento.
UTILE ANTE IMPOSTE – L’utile ante imposte del comparto si è fissato a 104,6 milioni, in crescita del 31%, a cui Campari ha contribuito con 76,5 milioni (73,1% dell’aggregato), beneficiando della presenza di proventi non ricorrenti pari a 21,6 milioni principalmente riferiti alla plusvalenza derivante dalla cessione del business Lemonsoda, a fronte di oneri non ricorrenti pari a 0,8 milioni del primo trimestre 2017.
Importante contributo di Marr con 10,7 milioni, in aumento del 9,7%, beneficiando anche di oneri finanziari netti diminuiti del 31,5% a 1,1 milioni.
INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO – Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto totale ammonta a 1.717,9 milioni, in lieve crescita (+0,6% rispetto a fine 2017). Degno di nota il calo di 42,8 milioni (cui corrisponde una contrazione del 4,4%), registrato da Campari, grazie anche alla cessione del business Lemonsoda per 81,5 milioni, e nonostante l’esborso di 59,4 milioni per l’acquisto di Bisquit.