Seduta a due velocità, con una partenza negativa in scia all’andamento delle Piazze europee. A metà giornata inizia il recupero che si completa nelle due ore finali di contrattazione, dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione del board della Fed.
Il contenuto viene interpretato dagli investitori come un atteggiamento da parte della Banca Centrale non troppo aggressivo nei confronti della crescita dell’inflazione, pensando che il rialzo dei tassi di interessi sarà moderato nei prossimi mesi.
Questa convinzione consente ai principali indici di chiudere tutti in positivo con il Nasdaq in evidenza (+0,6%), seguito dallo S&P500 (+0,3%). In coda il Russell 2000 ed il Dow Jones che guadagnano rispettivamente lo 0,1% e lo 0,2%, quest’ultimo appesantito dalla performance negativa di General Electric (-7,5%). La conglomerata industriale lancia un allarme riguardo alla crescita stagnante nel settore dei generatori e delle turbine e non è stata in grado di garantire, al momento, il pagamento del dividendo nel 2019.
Ormai digerito il rialzo dei tassi di interesse a giugno, il mercato ha inoltre apprezzato l’intervento della Banca Centrale turca che ha alzato il tasso di sconto di 300 punti base al 16,5% per difendere il cambio. Il risultato immediato è stato un apprezzamento della lira turca da 4,85 a 4,55 rispetto al biglietto verde. Quest’ultimo ha finito la giornata in guadagno sull’euro salendo anche al di sopra di quota 1,17 e chiudendo su tale soglia.
Rendimenti obbligazionari in discesa, condizionati dall’esito del FOMC, con la scadenza biennale che perde tre punti base al 2,53% ed il decennale ben sei posizionandosi al tre per cento.
Il restringimento dello spread tra i due titoli penalizza la performance del settore finanziario (-0,6%), il peggiore tra gli undici dello S&P500.
Frizzante, al contrario, l’andamento della tecnologia (+0,9%) che beneficia del nuovo record storico di Netflix (+4%). Avanzano anche i consumi discrezionali aiutati dal balzo di Lowe’s (+10,5%), in scia alla notizia dell’ingresso di un fondo di investimento nella società per un miliardo di dollari che ha bilanciato una trimestrale non entusiasmante.
Petrolio in calo di 1,2% a 71,35 dollari al barile indebolito dalla pubblicazione delle scorte domestiche settimanali ben al di sopra delle attese.
Giornata nera per le criptovalute che calano tutte in doppia cifra in seguito alle notizie su possibili vincoli che sia le autorità cinesi che quelle indiane vorrebbero introdurre per limitarne lo scambio.