Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un pesante rosso dell’8,1% e sotto-performando di oltre quattro punti percentuali l’analogo europeo (-4%), zavorrando anche il Ftse Mib (-4,5%). Quest’ultimo ha manifestato segnali di nervosismo a causa dello scenario politico, dopo l’incarico ricevuto da Giuseppe Conte di formare il nuovo esecutivo da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, seguito dai rumor sul totonomine della lista dei ministri.
L’attenzione era rivolta soprattutto sulla nomina dell’inquilino del Tesoro, con Lega e M5S che sostenevano la candidatura di Paolo Savona, considerato un accanito antieuropeista. Tuttavia, lo stesso Conte aveva ribadito “la collocazione europea dell’Italia”. E proprio sul nome del ministro dell’Economia è arrivato lo stop del capo dello Stato, dopo che ieri Conte era salito al Quirinale con la lista dei ministri. In seguito a ciò, Conte ha rimesso il proprio mandato. Mattarella, inoltre, ha comunicato che oggi renderà pubblica “una sua iniziativa”.
La settimana che si apre potrebbe quindi rappresentare il banco di prova delle forze in campo e il punto di approdo non è ancora certo tra chi punterà sulla salvaguardia dell’equilibrio, e quindi spingerà verso una tenuta dei mercati e chi, invece, scommetterà sull’incertezza che potrebbe scaturire con le prossime elezioni.
In tale contesto lo spread Btp-Bund era salito progressivamente fino a portarsi nettamente al di sopra della soglia dei 200 punti base, penalizzando soprattutto il comparto bancario. A questo si aggiunge l’incognita relativa ai possibili impatti che avrebbe potuto avere sul settore la linea d’azione del nuovo esecutivo, considerando che diversi istituti sono alle prese con l’accelerazione del de-risking. Si segnala, inoltre, che Conte aveva indicato la tutela del risparmio tra le priorità del nuovo governo. In alcune situazioni ha impattato anche lo stacco del dividendo verificatosi lo scorso lunedì 21 maggio.
Le vendite si sono abbattute sui titoli del paniere principale, con Bper (-2%) risultata essere la banca riuscita a reggere meglio l’urta, dopo che l’Ad Alessandro Vandelli ha confermato l’accelerazione nella riduzione dello stock di Npl e gli ambiziosi obiettivi che saranno contenuti nel nuovo piano strategico che sarà licenziato a settembre.
Forte calo per Mps (-6,9%), istituto chiamato direttamente in causa nel contratto di governo Lega-M5S. La performance continua a risentire della possibilità che il nuovo esecutivo possa mettere in atto un ricambio dei vertici e avventurarsi in uno scontro con le autorità europee sul rispetto degli accordi che hanno permesso il via libera alla ricapitalizzazione pubblica. In riferimento a quest’ultima, il commissario europeo alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha fatto presente che ha carattere temporaneo e che terminerà quando la banca sarà stata messa in sicurezza, cosa che dovrebbe avvenire entro il 2021. Nel frattempo il management resta concentrato sull’implementazione del piano, anche per quanto riguarda la cessione degli asset non ritenuti più core.
Identico scenario nel Mid Cap, con Popolare Sondrio (-2%) che però resiste meglio mentre Credem lascia sul terreno il 5,3 per cento. Ancora più significativo il rosso di Creval (-9,3%), che nel corso della settimana aveva effettuato un tentativo di rimbalzo poi vanificatosi.
Tra le Small Cap particolarmente sotto pressione Carige (-5,9%), il cui cda sta definendo come procedere alla cessione di alcune partecipazioni non ritenute strategiche, mentre contiene il ribasso Banca Finnat (-1,4%).