Al via oggi l’Opa totalitaria promossa da Trinity Investments (veicolo che fa capo al fondo inglese Attestor) sulle azioni ordinarie di Bim al prezzo di 0,22441 euro, di cui è diventato nelle scorse settimane azionista di maggioranza. Il periodo di adesione terminerà il prossimo 22 giugno.
La settimana scorsa il cda della private bank torinese aveva giudicato non congruo il prezzo offerto da Trinity per l’Opa. Infatti, quest’ultimo è inferiore di circa il 50% rispetto alle attuali quotazioni, pari a 0,437 euro.
La ragione, secondo quanto riportato dai rumor, è da ricondursi al mutato scenario rispetto all’autunno 2017, quando era stato raggiunto l’accordo tra l’ex controllante Veneto Banca e Attestor per il passaggio della quota di controllo e Bim presentava diversi elementi critici che ne avevano messo in dubbio anche la prosecuzione dell’attività.
Dopo mesi di incertezza legati all’acquisto del pacchetto di controllo da parte del fondo britannico Attestor, perfezionatosi solo nelle scorse settimane, negli ultimi giorni sul titolo sembra essere tornato positivo, come testimoniato dal 7% guadagnato la scorsa ottava. Oggi le azioni intorno alle 11:00 sul listino milanese cedono lo 0,5% a 0,437 euro.
La banca ora fa capo ad un’azionista di elevato standing che inietterà, tramite un aumento di capitale (il totale previsto è di 91 milioni), i mezzi finanziari necessari per rafforzare patrimonialmente Bim. A questo si aggiunge la preparazione di un piano industriale volta al rilancio della banca (che tra le altre cose prevede il deconsolidamento degli Npl in seno alla banca) e la nomina, nei giorni scorsi, di un manager di comprovata esperienza nel private banking come Matteo Colafrancesco.
Per gli azionisti di minoranza aderire o meno all’Opa rappresenta un dilemma. Qualora decidessero di aderire, venderebbero a un prezzo nettamente inferiore rispetto agli attuali corsi di Borsa ma potrebbero ricevere in seguito un prezzo differito pari a 0,66833 nel 2022 sulla base degli utili futuri generati da Bim.
Oppure potrebbero decidere di non dare il proprio assenso all’operazione, partecipando alla ricapitalizzazione, per non vedere diluita la propria quota. In quest’ultimo esiste la possibilità che il socio di riferimento proceda al delisting di Bim, comportando una perdita di liquidabilità delle azioni per le minoranze.