Avviata verso una soluzione la crisi del gruppo Messina, che pesa sui conti Carige per circa 450 milioni di crediti deteriorati, classificati come Utp (Unlikely to pay).
Secondo alcune indiscrezioni di stampa l’istituto di credito genovese, il gruppo Messina e la Msc dell’armatore Gianluigi Aponte avrebbero trovato un accordo, venerdì sera, sul rientro del credito, che potrà quindi tornare a essere classificato tra quelli in bonis, uscendo dalla categoria delle inadempienze probabili.
Il piano di rimborso, che dovrebbe essere definitivamente siglato questa settimana, prevede pagamenti graduali scadenziati fino al 2032. L’efficacia dell’accordo è legata all’assenso delle autorità bancarie e degli altri creditori del gruppo Messina.
L’intesa finanziaria segue quella industriale che prevede l’ingresso con una quota del 49% del colosso elvetico-partenopeo nel gruppo Messina. L’alleanza tra i due gruppi navali dovrà ricevere il benestare Antitrust di Unione Europea Cina e Sud Africa.
Intanto, Carige sta portando avanti il proprio piano di cessione di 500 milioni di crediti Utp. La banca ha presentato ai potenziali acquirenti un portafoglio da 1,4 miliardi per un totale di 85 posizioni, ma ne sarà effettivamente ceduta solo una parte. Del book fanno parte alcuni crediti del settore navale, come Finbeta e Scerni, altri di tipo immobiliare, come quello per lo sviluppo sulla collina degli Erzelli e relativi ai porti turistici di Genova e Imperia, più altri diversi.
Intanto oggi a Piazza Affari i titoli della banca genovese risultano fortemente penalizzati in scia all’andamento dei titoli bancari, dopo le oscillazioni che hanno seguito lo scontro istituzionale relativo alla formazione del nuovo governo. Intorno alle 11:30 le azioni Carige perdono il 3,7% a 0,0077 euro, contro un calo dell’1,4% dell’indice Ftse Italia Banche.