Save, società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, non parteciperà alla gara per la privatizzazione dell’aeroporto di Trieste. Lo ha sottolineato, a margine della cerimonia di posa della prima pietra del nuovo terminal per l’area extra Shengen a Venezia, il presidente del Enrico Marchi. “Non parteciperemo, non troviamo convenienti le condizioni economiche e di governance”, ha spiegato.
La scadenza del bando di gara è fissato per il 6 giugno, mentre il trasferimento delle azioni dovrebbe perfezionarsi entro la fine dell’estate. In vendita c’è il 45% delle quote della società Trieste Airport, detenuta al 100% dalla regione Friuli Venezia Giulia.
Si tratta di un investimento di 40 milioni, secondo la valutazione effettuata dall’advisor Kpmg che valuta circa 70 milioni l’intero scalo. Inoltre, nel caso in cui, per i tre anni successivi, il socio privato concretizzi un incremento del traffico del 7% annuo, oltre a rispettare altri obiettivi basati sul vincolo del miglioramento dei parametri del piano industriale, potrà incamerare la quota di un ulteriore 10%, arrivando al 55 per cento.
Con l’uscita dai giochi di Save, resta da confermare o meno l’intenzione di Sacbo (gestore di Bergamo Orio al Serio) di ambire a Ronchi dei Legionari. A concorrere dovrebbe esserci anche Aeroporti di Roma (gruppo Atlantia), mentre restano le incognite su altri potenziali acquirenti dall’estero (come Fraport).
Intanto, al Trieste Airport apre il duty free Lagardère su un’area di 300 metri quadrati, dopo i controlli di sicurezza.