Mattinata in rialzo per i principali listini azionari europei, sollevati dalla risoluzione dell’impasse politica in Italia. Intorno a mezzogiorno il Ftse Mib di Milano avanza del 2,6%, trascinando con sé anche il Dax di Francoforte (+1%), il Ftse 100 di Londra (+0,8%), il Cac 40 di Parigi (+1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,7%).
Il via libera all’esecutivo Lega-M5s ha posto fine ad una fase di estrema incertezza, che sembrava poter portare gli elettori italiani nuovamente alle urne entro pochi mesi. Ora gli investitori tornano a focalizzarsi principalmente sul protezionismo americano, con l’introduzione da oggi delle famigerate tariffe su alluminio e acciaio, mentre in Europa rimane sullo sfondo la questione politica spagnola, con il probabile ribaltone Rayoj-Sanchez.
Attenzione anche all’agenda macroeconomica, che prevede oggi i dati sul mercato del lavoro americano, gli ultimi prima del meeting di giugno della Fed. Gli analisti attendono un incremento di 190 mila posti di lavoro e un tasso di disoccupazione stabile sui minimi dal 2000 al 3,9%, oltre ad un’accelerazione della crescita dei salari medi orari (+0,2%).
Nel frattempo, sono stati diffusi gli indici Pmi manifatturieri finali di maggio relativi ai Paesi europei e all’Eurozona aggregata, che hanno confermato anche per questo mese un rallentamento del ritmo di espansione del settore dopo i record di fine 2017. In crescita oltre le attese solo il Pmi del Regno Unito, mentre in Italia sono stati divulgati anche i dati finali sul Pil del periodo gennaio-marzo, in crescita dello 0,3% su base trimestrale e dell’1,4% annuo, come previsto.
L’attenuarsi dell’incertezza in Italia consente al Btp di ricucire ulteriormente lo strappo degli ultimi giorni e al rendimento sulla scadenza decennale di scendere in area 2,54 per cento. Il clima di modesta propensione al rischio agevola la risalita del Bund allo 0,39%, riducendo così lo spread fra i due governativi a 214 punti base.
Sul Forex il cambio euro/dollaro rimane poco sotto quota 1,17, mentre il dollaro/yen avanza leggermente a 109,2. Fra le materie prime l’oro continua ad oscillare intorno ai 1.300 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del petrolio viaggiano poco mosse, con Wti e Brent rispettivamente a 67,2 e 77,8 dollari al barile. L’inatteso calo delle scorte evidenziato dai dati EIA è parzialmente oscurato dall’aumento della produzione statunitense, mentre gli operatori restano alla finestra per capire le prossime mosse di Arabia e Russia.
Tornando a Piazza Affari, la nascita del nuovo governo revitalizza il comparto finanziario dopo le vendite delle scorse giornate. I bancari guidano il Ftse Mib con rialzi superiori al 5%, in particolare BPER (+8,9%) e BANCO BPM (+7,9%). Quest’ultima ha approvato ieri la cessione tramite cartolarizzazione di un portafoglio di crediti deteriorati da circa 5,1 miliardi. In evidenza anche UBI (+6,7%) sostenuta anche dalla riorganizzazione in corso del modello distributivo. Volatile FCA, ora sulla parità, nel giorno della tanto attesa presentazione del nuovo piano industriale 2018-2022.