Proseguono, in scia alla pubblicazione del nuovo piano industriale, le vendite su Fca che, intorno alle 12:30, è il fanalino di coda del Ftse Mib con un ribasso del 2,3% in area 18,11 euro.
Come detto, la casa automobilistica ha svelato lo scorso venerdì il business plan 2018-2022, che prevede in arco piano, escludendo il contributo di Magneti Marelli, un cagr del 17% a livello di Ebit adjusted, del 24% per quanto riguarda l’EPS adjusted e del 42% del free cash flow industriale.
Alcuni punti chiave del piano sono il focus sui 4 premium brand (Jeep, Ram, Alfa Romeo e Maserati), che nel 2022 genereranno l’80% dei ricavi del gruppo, e i 45 miliardi di investimenti, di cui circa il 20% nello sviluppo dell’elettrificazione.
Gli analisti, al momento, sembrano ancora abbastanza riflessivi sul piano: se infatti da un lato i target al 2020 (adj. Ebit a 9,2-10,4 miliardi, adj. diluted EPS a 4-4,6 euro) sono sostanzialmente in linea con il consensus, dall’altro gli obiettivi per il 2022 (adj. Ebit a pari a 13-16 miliardi, adj. diluted EPS a 5,9-7,3 euro, liquidità netta industriale a 19-21 miliardi) sembrano al momento ambiziosi, in pieno stile Fca.
Le maggiori incertezze che gli analisti individuano sono legate alla creazione in 4 anni, da greenfield o attraverso l’acquisizione di una quota di Chrysler Capital dal partner Santander, di una Finco negli Stati Uniti.
Inoltre, sembrano aver deluso la mancanza di spunti sul fronte M&A, nemmeno sul ventilato accorpamento fra Alfa e Maserati, e l’assenza di maggiori dettagli sullo spin-off di Magneti Marelli.
Infine, secondo i dati raccolti da Bloomberg, dopo il piano le raccomandazioni si suddividono in 10 “buy”, 12 “hold” e 4 “sell”, con target price medio a 12 mesi a 21,33 euro.