ll Ftse Italia Servizi Finanziari archivia l’ottava con un ribasso dello 0,8% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (+0,6%), riuscendo a limitare il rosso in scia al recupero parziale del comparto bancario (-2,8%) e uniformandosi al Ftse Mib (-1,3%). Quest’ultimo è stato sull’ottovolante in un’ottava decisamente movimentata sul fronte politico.
Dopo il primo sforzo fallito nel fine settimana precedente di costituire un esecutivo politico appoggiato da Lega e 5 Stelle, su iniziativa del presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, si è tentato di dare vita a un governo tecnico che conducesse il Paese fino al voto tra settembre e ottobre, prima che prendesse nuovamente forza la possibilità di un esecutivo politico sotto la guida di Giuseppe Conte sostenuto da leghisti e pentastellati. Eventualità poi concretizzatasi nella serata di giovedì con tanto di giuramento nella giornata seguente.
È stata sbrogliata anche la matassa legato al ruolo dell’antieuropeista Paolo Savona, nominato alla fine ministro per Politiche Comunitarie, mentre a capo del Tesoro è stato nominato Giovanni Tria.
La svolta finale ha consentito allo spread Btp-Bund, la cui risalita è andata progressivamente sgonfiandosi nel corso della settimana, di scendere fino alla soglia di 215 punti base, consentendo al settore bancario di recuperare man mano gran parte delle perdite accumulate nei giorni precedenti. Tutto questo si è riflesso anche sui titoli dell’asset management, in particolare Banca Mediolanum (+0,7%), il cui Ad Massimo Doris ha fatto presente che la volatilità dei mercati non ha impattato sulla raccolta dei Pir, e Fineco (invariata), la cui sgr di diritto irlandese ha ottenuto il via libera dall’authority lussemburghese per gestire internamente i fondi di fondi.
Contiene il ribasso sotto il 2% Poste Italiane (-1,6%), il cui Ceo Matteo Del Fante ha sottolineato che lo spread poteva diventare un’opportunità per investire la liquidità. Il gruppo romano sta per entrare nella fase decisiva per la scelta del partner nell’Rc auto. Inoltre, il cda ha approvato il buy-back fino a un massimo di 500 milioni.
Nel Mid Cap significativi i recuperi (seppur restando in territorio negativo) dei titoli legati alla gestione degli Npl, con Banca Ifis (-1,2%), grazie soprattutto allo scatto di mercoledì, Cerved (-1%) e, in misura minore, doBank (-2,4%). Tiene botta Banca Farmafactoring, grazie alla conferma dell’indicazione di acquisto da parte di un paio di case di investimento.
Tra le Small Cap pesante tonfo per Banca Intermobiliare (-16,2%), nella prima settimana dell’Opa totalitaria lanciata dal veicolo che fa capo al neo azionista di controllo, il fondo inglese Attestor. Il cda della banca torinese convocherà prossimamente un’assemblea ad hoc per proporre un aumento di capitale con diritto d’opzione da 91 milioni.
Frazionale ribasso per Banca Sistema (-0,5%), che ha collocato con successo un bond senior triennale da 90 milioni.