Deutsche Bank si aspetta un ulteriore calo del giro d’affari anche nel secondo trimestre 2018, dopo il deludenti risultati riportati nel periodo gennaio-marzo. Sarebbe il sesto trimestre consecutivo con ricavi in riduzione.
È quanto ha sottolineato James von Moltke, Cfo della banca tedesca, nel corso di una presentazione tenutasi ieri.
Il manager ha poi aggiunto che, in merito al piano di riduzione dei costi da 2 miliardi pianificato tra il 2017 e il 2019, oltre il 50% riguarderà il corporate e investment banking.
I vertici del colosso teutonico hanno previsto di ridurre i costi operativi a 22 miliardi entro fine 2019 (a 23 miliardi quest’anno). A questo scopo, nei giorni scorsi è stato annunciato un piano di riduzione del personale di oltre 7.000 unità, di cui 4.000 solo quest’anno. Il 25% degli esuberi riguarderà il trading azionario.
Il numero dei dipendenti è previsto scendere dagli attuali 97.000 a meno di 90.000 nel 2019.
Il Cfo si è detto convinto che se la ristrutturazione avrà successo, la redditività è destinata a migliorare e, conseguentemente, il ritorno dell’investimento per gli azionisti. L’obiettivo è arrivare ad un Rote (Return on tangible equity) superiore al 4% l’anno prossimo e intorno 10% nel 2021.
Intorno alle 11:00 sul listino di Francoforte le azioni segnano un rialzo del 2,3% a 9,78 euro, comunque vicino ai minimi storici. Il bilancio da inizio anno evidenzia un rosso di oltre il 38%, penalizzato anche dai risultati economici negativi, dalle vicende giudiziarie e, da ultimo, il faro acceso dalla Fed sulle attività americane.