Il Tar del Lazio ha sospeso il provvedimento del governo che ha imposto a Tim, il mese scorso, una multa da 74,3 milioni per la tardiva notifica a Palazzo Chigi, ai sensi della normativa sul golden power, del controllo da parte del socio Vivendi.
Lo si apprende dal decreto del presidente della prima sezione del Tar del Lazio, datato 6 giugno, che ha inoltre fissato per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 4 luglio quando si discuterà ancora della sospensiva. Poi il tribunale sarà chiamato ad esprimersi nel merito.
La sanzione corrisponde all’1% del fatturato cumulato di Telecom Italia e Vivendi in relazione agli asset rilevanti nel settore telecomunicazioni. Peraltro la cifra di 74,3 milioni è ben più bassa rispetto ai 300 milioni stimati inizialmente.
Tim ha subito presentato ricorso al Tar, “sostenendo come mai abbia assunto decisioni circa atti dispositivi degli asset strategici il cui status e disponibilità da parte della società sono rimasti sempre immutati”. Inoltre ha sottolineato che “le vicende che hanno riguardato la qualificazione giuridica del rapporto tra Tim e il socio Vivendi non hanno nulla a che vedere con gli obblighi di notifica della società e sono disciplinati specificamente da altra disposizione della stessa norma alla stessa non applicabile”.