Mattinata all’insegna della debolezza per i principali titoli del comparto utility e delle rinnovabili quotati a piazza Affari, aspettando la conferenza stampa delle 14:30 del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Alle ore 13:20 il Ftse Italia Servizi Pubblici è in flessione dell’1% rispetto alla chiusura poco mossa di ieri (+0,2%), che segue i rialzi delle prime due sedute di questa ottava, a fronte di una performance debole (-0,5%) del Ftse Mib.
A pesare sull’andamento odierno delle azioni del settore utility e delle rinnovabili, la nuova forte risalita dei rendimenti sui titoli di Stato italiani, con il Btp a 10 anni che attualmente rende il 2,89% (+11 punti base), separato da un differenziale con il Bund tedesco a 239 punti base (+9 punti base). Ricordiamo, infatti, l’elevata esposizione dei titoli del Ftse Italia Servizi Pubblici all’andamento dei tassi a causa di una struttura finanziaria con una più alta leva finanziaria rispetto a quella di altri comparti.
L’aumento di questa mattina degli yield sui titoli di Stato italiani, ma anche (in misura minore) su quelli degli altri Paesi europei, è legato innanzitutto alle attese per le parole che pronuncerà tra meno di un’ora il numero uno di Eurotower sul Quantitative Easing. Nel dettaglio, sulla base delle dichiarazioni degli scorsi giorni di importanti esponenti della Bce è possibile che oggi venga annunciata la data in cui finirà il programma di acquisti di titoli di Stato e societari, rendendo così più restrittiva la politica monetaria dell’Istituto di Francoforte.
Senza dimenticare che ieri la Fed ha alzato per la seconda volta nel 2018 i tassi d’interesse di un quarto di punto, segnalando inoltre per quest’anno altri due interventi sul costo del denaro portando dai tre inizialmente previsti a quattro il numero di ritocchi nel 2018.
Tornando a piazza Affari, sono da segnalare le vendite diffuse su tutte le Big e Mid Cap del settore con Italgas in discesa del 2%, all’indomani tra l’altro della presentazione del nuovo piano strategico 2018-2024, seguita da Acea (-1,5%), Iren (-1,4%), Terna (-1,4%) e Snam (-1,1%).