Obbligazioni – Rendimenti Btp in ribasso con focus su Germania e Bce

Nel pomeriggio le principali piazze europee si muovono al ribasso, per via della possibile ed ormai già cominciata “guerra commerciale”, dopo la decisione degli Stati Uniti di far scattare i dazi su molti prodotti cinesi.

Intanto l’Unione Europea, pure gravata dalla politica protezionistica americana, ha annunciato l’avvio di negoziati di libero scambio con l’Australia.

Preoccupazioni anche per le tensioni politiche in Germania, dove si rischia una crisi di governo. Oggi la Csu, forza politica alleata della cancelliera tedesca Angela Merkel, dovrebbe decidere se applicare o meno il piano del ministro degli Interni tedesco nonché presidente della stessa Csu, Horst Seehofer, per respingere dai confini tedeschi i migranti già registrati in altri Paesi dell’Unione Europea. L’esito positivo potrebbe però incrinare il
rapporto con il partito cristiano-democratico della Merkel, la quale ha espresso il suo disaccordo riguardo a tale piano.

L’attenzione di Eurolandia, inoltre, è rivolta alla Bce e in particolare modo al meeting portoghese di Sintra, previsto nel tardo pomeriggio a mercati chiusi. L’evento annuale sarà incentrato sulla dinamica di prezzi e salari nelle economie avanzate, al centro dei dibattiti di politica monetaria a livello globale.

Dall’agenda macroeconomica europea, è emerso che ad aprile 2018 il saldo commerciale dell’Italia con il resto del Mondo è diminuito a circa 3 miliardi (dai +4,2 miliardi di marzo secondo il dato rivisto). Nei primi quattro mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge 10,5 miliardi.

I rendimenti dei governativi tricolore segnano ribassi abbastanza contenuti lungo tutta la curva. Di riflesso, lo spread sui decennali Italia-Germania si contrae leggermente a 219 punti base (venerdì era pari a 222 pb).

Muovendoci al di là dell’Atlantico, i futures sui principali indici a stelle e strisce scambiano al ribasso, preannunciando una partenza di ottava negativa per Wall Street.

Il rendimento del T-bond resta nell’intorno del 2,90%, con il biglietto verde che, rispetto alla mattina, arretra nei confronti della moneta unica portando il cambio euro/dollaro leggermente sopra 1,16.