Il Ftse Mib, sostenuto dalle ex popolari e da alcuni titoli del settore utilities, rimonta fino a 22.084 punti e chiude sostanzialmente invariato (-0,1%). Pressoché fermo anche l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%), sottotono il Cac 40 di Parigi (-1,1%) e il Dax di Francoforte (-1,2%), mentre limita i danni il Ftse 100 di Londra (-0,4%). Intanto, a Wall Street gli indici americani viaggiano in ribasso tra lo 0,6% e l’1,2 per cento.
Sui listini azionari continua a pesare l’incertezza scatenata dal protezionismo di Stati Uniti e Cina. Pechino ha risposto immediatamente alle minacce di nuovi dazi da parte di Trump e l’inasprirsi delle tensioni alimenta i dubbi degli investitori, in un contesto già condizionato da qualche segnale di rallentamento dell’espansione economica e dalla prospettiva di banche centrali più restrittive. Intanto, anche l’UE prepara le contromisure nei confronti di Washington e nel prossimo vertice del 28-29 giugno potrebbe abbozzare un accordo per introdurre dazi sui metalli statunitensi.
In mattinata Mario Draghi è intervenuto al forum della Bce in corso a Sintra, affermando che la politica monetaria si manterrà accomodante per raggiungere il target inflazionistico del 2% e sarà prudente anche dopo il Quantitative easing. Il presidente ha aggiunto inoltre che il Quantitative easing, nonostante il termine fissato per fine anno, potrebbe eventualmente riprendere qualora emergessero situazioni al momento impreviste.
Sul Forex gli acquisti premiano lo yen, valuta rifugio nelle fasi di avversione al rischio. Il cambio tra la valuta nipponica e il dollaro cala sotto quota 110, mentre il cross con la moneta unica si attesta a 127,4. L’euro invece perde terreno anche nei confronti del biglietto verde, anche se recupera dai minimi intraday fino a 1,158.
Sull’obbligazionario il rendimento del Btp si attesta al 2,54%, ampliando lo spread con il Bund a circa 217 punti base dopo avere superato in giornata i 220 bp.
Tra le materie prime, infine, restano volatili le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 64,8 (-1,4%) e 74,9 (-0,6%) dollari al barile, in attesa del vertice Opec in programma venerdì a Vienna. Oro in calo a 1.275 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari gli acquisti, premiano BANCO BPM (+5,6%), sostenuta dal buon andamento della strategia di de-risking, oltre a BPER (+3,4%) e UBI (+3,1%).
Bene anche SNAM (+2,1%), TERNA (+1,8%) e A2A (+2,4%) fra le utilities, mentre in fondo al Ftse Mib scivolano CNH (-3,1%) e STM (-4,2%), appesantite dai timori legati ai dazi, oltre a MONCLER (-3,1%). Ancora debole PRYSMIAN (-2,2%), quest’ultima ancora frenata dal profit warning di Nexans.