Le Borse del Vecchio Continente rallentano nel finale e chiudono poco distanti dalla parità, complice anche la parziale frenata di Wall Street dopo un avvio in modesto rialzo. Il Ftse Mib termina in progresso dello 0,2% a 22.120, sostenuto soprattutto dalle buone performance dei bancari. Nel Vecchio Continente avanzano l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%) e il Dax di Francoforte (+0,1%), mentre il Cac 40 di Parigi termina a -0,1 per cento.
Gli investitori attendono nuovi sviluppi sulle dispute commerciali tra Usa e Cina, dopo che Donald Trump ha minacciato tariffe su prodotti cinesi per ulteriori 200 miliardi di dollari nel caso Pechino decidesse di replicare nuovamente dopo la risposta seguita ai dazi annunciati venerdì. L’ammontare complessivo di beni cinesi colpito dalle potenziali tariffe arriverebbe così a 450 miliardi di dollari, avvicinandosi al totale complessivo annuo dell’export della Cina in Usa, pari a 500 miliardi.
Nessuno spunto di rilievo dall’agenda macroeconomica, mentre sul fronte delle banche centrali sono intervenuti oggi al forum di Sintra i presidenti di Bce, Fed e Bank of Japan. Jerome Powell ha ribadito che l’istituto americano proseguirà fermamente con graduali incrementi dei tassi per mantenere l’economia su un percorso sostenibile, vista la bassa disoccupazione, l’inflazione vicina al target e i rischi equilibrati.
L’evento clou della settimana resta ora il vertice Opec di venerdì, in cui è improbabile che si giunga ad un accordo per limitare la produzione. Nel frattempo, Wti e Brent quotano rispettivamente 65,9 e 75,6 dollari al barile, dopo i dati dell’Eia sulle scorte americane che hanno evidenziato un calo delle riserve.
Stabile l’oro, in area 1.274 dollari l’oncia, frenato dalla forza del biglietto verde che resta ben intonato nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro a 1,159 e il dollaro/yen sopra quota 110.
Poco mosso infine il comparto obbligazionario, con il rendimento del decennale italiano che scende leggermente al 2,54%, riducendo il differenziale con il Bund tedesco a 216 punti base.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano il settore bancario, con INTESA SANPAOLO, UBI, BANCO BPM, MEDIOBANCA e UNICREDIT in rialzo fra l’1,8 e il 2,8 per cento. BANCO BPM ha completato il “Project Exodus” attraverso la cessione dei titoli mezzanine e junior emessi con la cartolarizzazione delle sofferenze. Il prezzo complessivo dell’operazione è pari al 34,3% del valore nominale.
Bene anche RECORDATI (+2,7%), secondo indiscrezioni nel mirino dell’operatore di private equity Cvc, interessato ad acquisire una partecipazione del valore di 3 miliardi. Sprofonda a -8,4% FERRAGAMO, dopo la cessione di 5,9 milioni di azioni da parte dell’azionista di maggioranza tramite una procedura di accelerated bookbuilding.