Francia e Germania avrebbero raggiunto un’intesa che prevede l’introduzione di un tetto massimo del 5% per il rapporto tra crediti deteriorati lordi e prestiti totali, mentre lo stesso indicatore dovrebbe essere pari al 2,5% al netto delle rettifiche.
È quanto riportano rumor di stampa, sul contenuto dell’accordo tra i due stati al fine il loro via libera all’unione bancaria.
Si tratta di un’intesa distorta a loro favore dove vengono stigmatizzati i crediti deteriorati e trascurati i titoli Level 2 e Level 3 che appesantiscono e pongono rischi nei bilanci delle banche del Nord Europa.
Nel dettaglio, le soglie a cui punta l’asse franco-tedesco non sono in linea con le dinamiche del mercato italiano. Le banche della penisola, dopo i grandi sforzi fatti e che stanno continuando a fare nell’ottica del de-risking, presentano un Npe ratio lordo pari in media all’11%, mentre quello netto si aggira attorno al 6 per cento.
L’intesa non farebbe nessun cenno invece è stato fatto sugli attivi di livello 2 e 3, di cui proprio le banche tedesche e francesi sono i principali detentori.
Tutto ciò emerge alla vigilia della riunione dell’Ecofin, che riunisce i ministri delle Finanze europee, fissata per domani e a pochi giorni della riunione del Consiglio Europeo, in calendario il 28 e il 29 giugno.
Nei due summit, che vedranno il debutto degli esponenti del nuovo governo italiano, si tornerà sicuramente a parlare della questione relativa all’unione bancaria.