Nonostante la partenza incoraggiante i listini europei perdono presto terreno e intorno alle 12:10 viaggiano ancora in territorio negativo. Il Ftse Mib di Milano cede l’1,6%, in concomitanza con la risalita dello spread Btp-Bund. Sottotono anche il Dax di Francoforte (-1%), frenato dal settore auto dopo il profit warning di Daimler e l’Ibex di Madrid (-0,8%). Contiene le perdite il Cac 40 di Parigi (-0,5%), sulla parità il Ftse 100 di Londra prima delle delibere della Bank of England, che dovrebbe lasciare inalterati i tassi fino alla riunione di agosto. In frazionale ribasso i futures di Wall Street.
La “Old Lady” chiude la tornata di appuntamenti, cominciata una settimana fa, con le maggiori banche centrali, seguite sempre con interesse dagli investitori per trarre indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria. Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha confermato che l’istituto proseguirà con fermezza nel graduale incremento dei tassi, facendo emergere una divergenza piuttosto netta con la prudenza predicata a più riprese da Draghi per la Bce.
Dinamica che consente al rendimento del Treasury di risalire al 2,91% e sostiene il dollaro, riportando così il cambio con l’euro a quota 1,152 e permettendo al biglietto verde di restare in area 110,4 yen.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano risale di 14 bp al 2,68%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in ascesa a 233 punti base dopo alcune dichiarazioni di Salvini che gettano nuove ombre sui conti pubblici. Il Ministro dell’Interno ha minacciato di tagliare il contributo dell’Italia al bilancio Ue in mancanza di aiuti sull’immigrazione e ha ribadito di voler smontare la riforma Fornero entro fine anno.
Sullo sfondo permangono le incertezze causate dal protezionismo statunitense e dall’escalation di tensioni con la Cina, che accusa gli Usa di inaffidabilità e conferma le tariffe addizionali su prodotti alimentari e auto americani a partire dal 6 luglio.
Per quanto riguarda l’agenda macro si attendono nel pomeriggio i dati sulla fiducia dei consumatori dell’Eurozona e l’indice principale statunitense, mentre l’evento clou di domani sarà il vertice dell’Opec di Vienna. Nel frattempo, fra le materie prime, le quotazioni perdono terreno con Wti e Brent in calo di quasi due punti percentuali rispettivamente a 64,4 e 73,4 dollari al barile. Debole l’oro, penalizzato dall’apprezzamento del biglietto verde, in area 1.263 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, male FCA (-2,9%) trascinata al ribasso dal taglio dell’outlook sull’Ebit di Daimler a causa della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Pesano anche le vendite sui bancari UBI (-2,3%), BPER (-2,6%), UNICREDIT (-2,1%) e INTESA (-1,8%) in scia all’impennata dello spread. Sottotono anche le utilities e TELECOM ITALIA (-1,9%).
Restano a galla, invece, MONCLER (+0,2%), ATLANTIA (+0,1%) e TENARIS (+0,1%), quest’ultima dopo l’upgrade da “underperform” a “neutral” da parte di Exane BNP Paribas, che ha inoltre alzato il target price da 12 a 17 euro.