Prosegue in rialzo la seduta delle borse europee, sostenute pure dall’avvio positivo di Wall Street, ad eccezione del Nasdaq poco sotto la parità. Intorno alle 16:00 il Ftse Mib avanza dello 0,8% sostenuto in particolare dalle buone performance di bancari e petroliferi nel giorno dell’atteso meeting Opec di Vienna. Bene anche il Ftse 100 di Londra (+1,5%), il Cac 40 di Parigi (+1,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%), più arretrato il Dax di Francoforte (+0,3%).
Riflettori puntati quest’oggi su Vienna, dove i Paesi Opec hanno raggiunto un accordo preliminare per un aumento nominale della produzione pari a 1 milione di barili/giorno, equivalente ad un incremento reale di 700 mila barili, ovvero circa lo 0,5% della produzione mondiale. Il maggiore output però, secondo alcuni analisti, non sembra sufficiente a coprire il picco di domanda del terzo trimestre e potrebbe provocare un brusco calo delle scorte. Le quotazioni del greggio avanzano di circa due punti percentuali, con Wti e Brent rispettivamente a 67,1 e 74,5 dollari al barile.
I mercati europei beneficiano in parte di alcuni segnali positivi dall’agenda macroeconomica, con gli indici Pmi preliminari di giugno che hanno mostrato un inatteso miglioramento dell’attività economica nell’Eurozona, seppur al di sotto dei livelli di inizio anno, grazie alla buona prestazione del settore terziario, in contrasto con il nuovo calo del manifatturiero. Anche negli Usa il Pmi manifatturiero è risultato inferiore alle attese mentre il settore dei servizi ha confermato le previsioni.
I dati macro del Vecchio Continente sostengono la ripresa dell’euro, che risale a 1,166 dollari. La minor avversione al rischio allenta gli acquisti sullo yen, che resta in area 110,1 rispetto al dollaro e scende a 128,2 nei confronti della moneta unica.
Spunti favorevoli anche sul fronte commerciale, con la presunta ripresa dei colloqui tra Washington e Pechino per cercare un accordo prima che entrino in vigore le nuove tariffe annunciate da Trump. Oggi invece entrano ufficialmente in vigore i dazi varati dall’UE in risposta alle tariffe doganali statunitensi su acciaio e alluminio.
Nel comparto del reddito fisso spicca la riduzione dei rendimenti sui titoli di Stati ellenici (-17 bp a 4,07%) dopo la conclusione definitiva del negoziato con l’Eurogruppo che permette alla Grecia di riottenere la propria sovranità finanziaria, con l’erogazione di una nuova tranche di aiuti di 15 miliardi da parte dell’UE e soprattutto il taglio definitivo del debito. Si ridimensiona leggermente, dopo l’impennata di ieri, anche il tasso sul Btp decennale, in calo al 2,69%, permettendo allo spread di tornare a 235 punti base.
Tornando all’azionario, a Milano vola BPER (+7%) dopo che ieri UNIPOL (+2,2%) ha annunciato l’intenzione di comprare circa il 5,2% del capitale, ad un prezzo per azione non superiore a 4,72 euro, con l’intenzione di salire ma senza prendere il controllo.
Bene in generale il settore bancario, che rimbalza dopo il rosso di ieri, fra cui avanzano anche BANCO BPM (+2,7%), MEDIOBANCA (+2,4%) e UBI (+2,5%). In evidenza i petroliferi, con SAIPEM a +4,5%, TENARIS a +4,6% ed ENI a +2,8 per cento. Tenaris inoltre ha annunciato che entro settembre riavvierà la produzione in alcune aree dell’impianto di Conroe, in Texas, dopo una sospensione di tre anni. Sottotono invece STM (-1,2%) e FCA (-1,2%).