La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina continua a spaventare gli investitori e a innescare vendite sull’azionario. Intorno alle 12:10 le Borse europee arretrano di circa un punto percentuale, in scia alla seduta sottotono dei listini asiatici e all’andamento negativo dei futures di Wall Street.
A Milano il Ftse Mib cede l’1,4%, seguito dal Dax di Francoforte (-1,1%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%), il Ftse 100 di Londra (-1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,8%).
Le tensioni tra le prime due economie mondiali non accennano ad allentarsi e anzi l’amministrazione Trump sembra pronta ad introdurre nuove limitazioni agli investimenti tecnologici cinesi in Usa e alle esportazioni tech nel Paese asiatico. Dall’altra parte del Pacifico, la banca centrale ha annunciato una riduzione delle riserve bancarie obbligatorie che dovrebbe sbloccare oltre 100 miliardi di dollari di liquidità; una misura già nota e che non ha scaldato i mercati, ma sembra piuttosto riflettere una concreta preoccupazione per le conseguenze della disputa con Washington.
Nessuna sorpresa, sul fronte macroeconomico, dall’indice Ifo tedesco di giugno, che ha visto l’indicatore relativo alla fiducia degli investitori istituzionali confermare le attese attestandosi a 101,8 punti.
Sul Forex la valuta rifugio yen risale rispetto a dollaro ed euro, riportando i relativi cambi rispettivamente a 109,5 e 127,6, mentre quello tra biglietto verde e moneta unica rimane stabile a 1,165. La lira turca risale sull’euro dopo la vittoria alle elezioni in Turchia del presidente Erdogan, che ora avrà poteri pressoché assoluti.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, il clima di avversione al rischio favorisce un flight di quality verso i titoli più sicuri e penalizza i rendimenti dei Paesi non core. Il Btp decennale risale così di 12 punti base al 2,8%, ampliando lo spread con il Bund tedesco a circa 248 punti base.
Andamento contrastante per le quotazioni del petrolio, dopo i rialzi di venerdì in seguito all’accordo per incrementare la produzione a regime di un milione di barili al giorno. Il Brent (-1,2%) arretra a 74,5 dollari mentre il Wti (+0,4%) resta in area 68,8 dollari.
A Piazza Affari spicca il crollo di PRYSMIAN (-6,8%), che ha rivisto le stime sull’Ebitda rettificato per il 2018 a 860-910 milion, per incorporare l’accantonamento da 50 milioni resosi necessario per far fronte alle nuove problematiche riscontrate nel “Contratto Westernlink”.
In calo anche STM (-3,4%) sotto la minaccia di dazi nel settore tecnologico, UNIPOL (-3,2%) e i bancari.
Sulla parità MONCLER, FERRAGAMO e LUXOTTICA che ha acquisito per circa 140 milioni Barberini Spa, il più importante produttore al mondo di lenti da sole in vetro ottico. Limitano le perdite le utilities, tra cui ENEL (-0,4%) che ha firmato un accordo per l’acquisto del 21% di Ufinet International, operatore wholesale di reti in fibra ottica leader in America Latina a fronte di un investimento di 150 milioni di euro.