Mercati – Schiacciati da timori commerciali, a Milano (-2,4%) crolla Prysmian (-10%)

Seduta negativa per le Borse internazionali, minacciate ancora dalle tensioni in tema commerciale. A Piazza Affari il Ftse Mib termina in calo del 2,4% a 21.355 punti, pressoché in linea con gli altri benchmark europei. Sottotono, infatti, anche il Dax di Francoforte (-2,5%), il Ftse 100 di Londra (-2,2%), l’Ibex 35 di Madrid (-1,8%) e il Cac 40 di Parigi (-1,9%). Le vendite non risparmiano nemmeno Wall Street, dove gli indici a stelle e strisce viaggiano con ribassi intorno al punto percentuale.

Sui mercati continua a pesare il botta e risposta a suon di tariffe fra Stati Uniti e Cina, che minaccia di trasformarsi in una vera e propria guerra commerciale. L’amministrazione Trump sembra pronta a limitare gli investimenti tecnologici cinesi in Usa e a bloccare le esportazioni di tecnologie considerate di valenza strategica verso il Paese asiatico.

Dall’altra parte del Pacifico, la banca centrale ha varato una riduzione delle riserve bancarie obbligatorie destinata a sbloccare oltre 100 miliardi di dollari di liquidità. Una misura già annunciata, che i mercati sembrano aver accolto freddamente in quanto sintomo di una concreta preoccupazione per le conseguenze sull’economia cinese della disputa commerciale con Washington.

Tesi anche i rapporti con l’Europa, dopo che venerdì scorso il presidente americano aveva minacciato di imporre dazi del 20% sulle importazioni di auto europee, mossa a cui Bruxelles potrebbe rispondere con contromisure dello stesso genere.

Sul Forex gli acquisti premiano lo yen, valuta rifugio nelle fasi incerte, così il cambio con il dollaro scende a 109,6, mentre l’euro/dollaro risale a quota 1,169. La moneta unica recupera anche nei confronti della lira turca e annulla lo svantaggio della mattinata dopo la vittoria alle elezioni in Turchia del presidente Erdogan, che ora avrà poteri pressoché assoluti.

Nessuna sorpresa, sul fronte macroeconomico, dall’indice Ifo tedesco di giugno, che ha visto l’indicatore relativo alla fiducia degli investitori istituzionali confermare le attese, attestandosi a 101,8 punti.

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, il clima di avversione al rischio favorisce un flight di quality verso i titoli più sicuri e penalizza i rendimenti dei Paesi non core. Il Btp decennale risale così di 13 punti base al 2,81%, ampliando lo spread con il Bund tedesco a circa 248 punti base.

Realizzi sul petrolio, dopo i rialzi di venerdì in seguito all’accordo per incrementare la produzione a regime di un milione di barili al giorno. Il Brent (-1,5%) arretra a 74,2 dollari, mentre il Wti (-0,6%) resta in area 68,2 dollari.

A Piazza Affari spicca il crollo di PRYSMIAN (-10%), che ha rivisto le stime sull’Ebitda rettificato per il 2018 a 860-910 milioni, per incorporare l’accantonamento da 50 milioni resosi necessario per fare fronte alle nuove problematiche riscontrate nel “Contratto Westernlink”.

In calo UNIPOL (-6,2%), STM (-4,8%), ma anche bancari e industriali.

Limitano le perdite CAMPARI (-0,2%) e le utilities SNAM (-0,3%), TERNA (-0,3%) e ITALGAS (-0,5%), oltre ad ATLANTIA (+0,5%). Chiude a -1,4% ENEL, che ha firmato un accordo per l’acquisto del 21% di Ufinet International, operatore wholesale di reti in fibra ottica leader in America Latina, a fronte di un investimento di 150 milioni di euro.

In calo dell’1,8% anche LUXOTTICA, che ha acquisito per circa 140 milioni Barberini, il più importante produttore al Mondo di lenti da sole in vetro ottico.