In una settimana in cui il meeting di Vienna dell’Opec+ ha focalizzato l’attenzione degli operatori del settore, il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale avanza di 1,2 punti percentuali, riflettendo l’andamento ondivago generato dalle indiscrezioni provenienti dall’Austria.
Performance inferiore per l’Euro Stoxx Oil & Gas che segna un progresso dello 0,4 per cento.
Wti e Brent, nell’arco delle cinque sedute, hanno guadagnato terreno scambiando poco dopo la chiusura di venerdì rispettivamente a 68 e 74,6 dollari/barile.
Il progresso è legato principalmente al rally di venerdì quando, dopo l’incontro bilaterale fra i due principali contendenti Iran e Arabia Saudita, l’Opec è riuscita a trovare un accordo che vede come obiettivo il totale rispetto degli obiettivi di produzione stabiliti nel 2016 e disattesi negli ultimi mesi, che hanno visto un deciso calo dell’output.
In sostanza, è stato deliberato un aumento nominale della produzione, a partire dal prossimo primo luglio, di un milione di barili/giorno, anche se non è chiaro quanto sia l’incremento reale.
Il dato EIA sulle scorte Usa ha invece evidenziato una diminuzione oltre le attese di 5,9 milioni di barili.
In questo scenario, le vendite premiano specialmente Tenaris (+4,3%), sostenuta dall’upgrade a “neutral” da parte di Exane e dall’annuncio della riapertura di un impianto in Texas.
Rialzo deciso anche per Saipem (+2,1%) mentre avanza più lentamente Eni (+1,2%), che secondo quanto è emerso da un incontro tra il Ceo Descalzi e il governo egiziano, sarebbe pronta a investire altri 3 miliardi in Egitto, in aggiunta agli 8,4 già allocati.
Inoltre, il cane a sei zampe ha completato la cessione del 10% del blocco di Shorouk, dove si trova Zohr, a Mubadala Petroleum e ha annunciato la vendita del 50% della joint venture con INA allo stesso gruppo croato, uscendo così dal mercato upstream della Croazia.
Infine, secondo fonti di Bloomberg, il consorzio di Karachaganak, di cui fa parte anche Eni, potrebbe pagare un miliardo di dollari per risolvere il contenzioso con il governo del Kazakhstan.
Andamento opposto invece per le Mid Cap, con Maire Tecnimont in ribasso del 4,3 per cento mentre avanza Saras (+1,4%), che ha ha diffuso il dato sull’EMC Benchmark, sceso leggermente a circa 2,5 dollari/barile.
Infine, ottava in calo frazionale per la Small Cap d’Amico (-0,6%) e Gas Plus (-0,9%).