Chiusura in rosso per le Borse europee, nel giorno del vertice di Bruxelles sul tema migranti, mentre Wall Street è passata in positivo dopo una partenza debole appesantita dall’inattesa revisione al ribasso del Pil Usa.
In un’altra seduta condizionata dall’incertezza per le tensioni commerciali, il Ftse Mib archivia le contrattazioni in calo dello 0,6% a 21.432 punti, limitando i danni rispetto al Dax di Francoforte (-1,4%), il Cac 40 di Parigi (-1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%), mentre il Ftse 100 di Londra termina pressoché invariato (-0,1%).
La lettura finale relativa al Pil americano del primo trimestre ha evidenziato una crescita del 2% su base trimestrale, in rallentamento rispetto al 2,2% della seconda rilevazione e al 2,9% del quarto trimestre 2017. In diminuzione (a 0,9%) anche il dato sul “price consumer expenditure”, una misura dell’inflazione particolarmente cara alla Fed.
In calo la fiducia dei consumatori nell’Eurozona (-0,5 punti), mentre in Italia l’inflazione mostra una lieve accelerazione a giugno. Diffuso inoltre il bollettino della Bce, in cui l’istituto conferma la necessità di stimoli monetari per sostenere la crescita dei prezzi e mette in guardia contro i rischi derivanti dal protezionismo.
Le questioni commerciali restano al centro dell’attenzione e preoccupano gli investitori, che temono ripercussioni sulla crescita economica globale. Dubbi alimentati anche dai segnali contrastanti che arrivano dagli Stati Uniti. L’ottimismo di ieri pomeriggio, che sembrava aver aperto uno spiraglio di luce nella disputa fra Usa e Cina, è stato presto ridimensionato dalle parole del consigliere economico Larry Kudlow, che ha ribadito l’approccio severo nei confronti di Pechino.
Sul Forex l’euro/dollaro rimane sotto quota 1,16 a 1,157, mentre il cambio fra biglietto verde e yen è stabile a 110,4.
Tra le materie prime il petrolio rimane sui livelli raggiunti nella seduta precedente, con Wti e Brent rispettivamente 73,3 e 77,3 dollari al barile. L’oro resta sui minimi da inizio anno, in area 1.250 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario il rendimento del decennale italiano scende al 2,77%, separato da un differenziale con il Bund tedesco in area 245 punti base, dopo il collocamento di 2,5 miliardi di Btp decennali con rendimento in calo al 2,77 per cento.
A Piazza Affari le vendite investono STM (-5,1%), PRYSMIAN (-4,5%), all’indomani dell’approvazione dei termini e delle condizioni finali dell’aumento di capitale. Sottotono anche i titoli della galassia Agnelli, con FCA a -3,5%, EXOR a -2,9% e FERRARI a -2,4 per cento.
Poco mosse le utilities tra cui ENEL (-0,6%), che ha ottenuto l’ok dell’authority brasiliana dell’energia all’acquisto di Eletropaulo e ha raggiunto un accordo con F2i per la cessione dell’intero portafoglio di impianti a biomassa vegetale per complessivi 335 milioni.
In controtendenza UNICREDIT (+1,4%), INTESA SANPAOLO (+2%) e BANCO BPM (+1,1%). Ancora ben intonata SAIPEM (+1,4%).