Il gruppo svedese del pret-a-porter ha pubblicato i conti relativi al secondo trimestre 2018, chiuso con vendite nette per 51,9 miliardi di corone, salite dell’1% rispetto al pari periodo 2017, grazie all’andamento dei ricavi registrato in Europa settentrionale e orientale, dinamiche che hanno portato il fatturato del primo semestre, chiuso a fine maggio scorso, a 98,2 miliardi di corone, sostanzialmente in linea con i 98,4 miliardi di corone dell’esercizio precedente.
Nel dettaglio dell’analisi del secondo trimestre, le vendite online si sono incrementate di circa il 17% rispetto al pari periodo dell’esercizi precedente. Positivo anche il fatturato dei nuovi brand, aumentato del 14 per cento.
Il risultato operativo della gestione è sceso dello 0,7% a 29,1 miliardi di corone. Cala invece del 22% l’utile netto del periodo a 4,6 miliardi di corone (5,9 miliardi nel 2Q17), portando il risultato netto di gestione dei primi sei mesi a un utile di 6,01 miliardi di corone contro gli 8,35 miliardi dell’esercizio precedente (-28%).
Un risultato che risente del periodo di trasformazione che sta attraversando il gruppo per rendere l’azienda ancora più orientata al cliente, efficiente e flessibile. Un periodo di transizione che include investimenti in nuovi sistemi logistici, che consentiranno maggiore disponibilità merce e velocità di consegna. Tuttavia, le vendite e i profitti sono stati temporaneamente influenzati da una congestione di carattere logistico nei principali mercati, quali Stati Uniti, Francia, Italia e Belgio.
Per il proseguo del 2018, la società prevede di aprire circa 390 negozi e di chiuderne 150, 240 negozi in più in corso d’anno sopratutto nei mercati emergenti, mentre le chiusure riguarderanno soprattutto mercati già maturi.