Acquisti sull’equity europeo, nell’ultima seduta del secondo trimestre dell’anno, in scia alla buona performance dei listini asiatici. Intorno alle 11:50 il Ftse Mib guadagna l’1,4%, pressoché in linea con il Dax di Francoforte (+1,1%), il Cac 40 di Parigi (+1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,1%). Più arretrato il Ftse 100 di Londra (+0,8%), mentre i futures di Wall Street viaggiano in rialzo di circa mezzo punto percentuale.
Sul Forex avanza l’euro, sostenuto dall’accordo di massima tra i leader del Vecchio Continente per la gestione dei migranti che alleggerisce anche le pressioni sulla stabilità del governo tedesco. La moneta unica torna a quota 1,165 dollari e in area 129 yen, che a sua volta viaggia a 110,7 nei confronti del biglietto verde.
L’intesa di Bruxelles, che ha visto un formale successo dell’Italia nel riconoscimento delle proprie ragioni di principio, favorisce una marcata discesa dei rendimenti obbligazionari nel Belpaese, con il tasso sul Btp decennale che si riduce al 2,69% separato dal Bund da uno spread di 236 punti base (-9 bp).
Per quanto riguarda il calendario macroeconomico sono stati diffuse le stime di giugno sull’inflazione dell’Eurozona, che ha toccato il valore simbolico del 2%, target della Bce, grazie alla recente impennata dei petroliferi. Il dato core, depurato dai prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra invece un incremento dell’1 per cento. Da segnalare anche i numeri finali sul Pil Uk del primo trimestre (+0,1% t/t, +1,2% a/a) e sulla disoccupazione tedesca, stabile a giugno al 5,2 per cento.
Tra le materie prime, infine, le quotazioni del petrolio non si discostano molto dai massimi raggiunti nelle ultime sedute e si apprestano a stabilire il rally trimestrale più longevo degli ultimi 8 anni (4 trimestri consecutivi di crescita), spinti dalle prospettive di riduzione dell’output che controbilanciano la decisione dell’Opec di ridurre i tagli alla produzione. Il Wti è poco mosso in area 73,3 dollari al barile mentre il Brent avanza oltre quota 78 dollari. L’oro, infine, rimane sui minimi del 2018 in area 1.250 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, tonico il settore finanziario con acquisti su UBI, in vetta al Ftse Mib a +4%, BANCO BPM (+3%), UNICREDIT (+2,2%) e INTESA (+2,2%).
Dopo le recenti vendite rimbalza FCA (+3,2%), al centro di rumors su un possibile takeover da parte di Hyundai Motor Group, nonostante le smentite di quest’ultimo.
Sottotono invece MEDIASET (-3,7%) dopo il downgrade di Morgan Stanley ad underweight dal precedente equal-weight, con target price ridotto a 2 da 3,80 euro.