Proseguono gli acquisti sulle Borse europee, favorite anche dall’apertura positiva di Wall Street. Intorno alle 16:00 il Ftse Mib guadagna l’1%, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (+1,4%), il Cac 40 di Parigi (+1,3%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%) e il Ftse 100 di Londra (+0,7%), mentre i listini americani viaggiano in rialzo di circa mezzo punto percentuale.
Gli indici del Vecchio Continente beneficiano in parte dell’accordo di massima sulla questione migranti raggiunto ieri dai leader europei riuniti a Bruxelles. Dinamica che alleggerisce anche le pressioni sulla stabilità del governo tedesco e permette all’euro di risalire a quota 1,163 dollari. Sul Forex lo yuan arresta momentaneamente la discesa nei confronti del dollaro, mentre il cambio fra biglietto verde e yen resta in area 110,7. In rialzo il cambio sterlina/dollaro a 1,315 dopo il dato sul Pil UK che ha confermato la crescita dell’1,2% annuo.
Nel pomeriggio i dati macroeconomici statunitensi hanno mostrato un incremento sotto le attese della spesa personale e un’accelerazione di una misura dell’inflazione, mentre in mattinata sono state diffuse le stime di giugno sui prezzi al consumo dell’Eurozona. Il relativo indice ha toccato il valore simbolico del 2%, target della Bce, grazie alla recente impennata dei petroliferi ma il dato core, depurato dai prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra un aumento dell’1 per cento.
L’intesa di Bruxelles, che ha visto un formale successo dell’Italia nel riconoscimento delle proprie ragioni di principio, favorisce un marcato recupero dei Btp. Il rendimento del decennale scende così al 2,7%, separato dal Bund da uno spread di 239 punti base (-7 bp).
Sullo sfondo restano comunque le preoccupazioni legate al protezionismo statunitense, che minaccia ripercussioni sulla crescita economica globale. A tal proposito, il presidente americano Donald Trump sarebbe intenzionato a ritirare gli Usa dall’Organizzazione mondiale del Commercio, mentre Mario Draghi ha avvertito che l’escalation di tensioni commerciali potrebbe avere un impatto peggiore del previsto sull’economia dell’Eurozona.
Tra le materie prime continua il rally del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 73,8 e 78,5 dollari al barile. Le quotazioni del greggio si apprestano così a chiudere il rally trimestrale più longevo degli ultimi 8 anni (4 trimestri consecutivi di crescita), spinti dalle prospettive di riduzione dell’output che controbilanciano la decisione dell’Opec di ridurre i tagli alla produzione. L’oro, invece, rimane sui minimi del 2018 in area 1.250 dollari l’oncia.
Tornando a Piazza Affari, prosegue il recupero di PRYSMIAN (+4,2%). Rimbalzano STM (+2,2%) e FCA (+2,1%), al centro di rumors su un possibile takeover da parte di Hyundai Motor Group nonostante le smentite di quest’ultimo.
Tonico il settore finanziario con acquisti su UBI (+3,6%), BANCO BPM (+2%) e UNICREDIT (+1,9%).
Sottotono invece MEDIASET (-4,6%) dopo il downgrade di Morgan Stanley ad underweight dal precedente equal-weight, con target price ridotto a 2 da 3,80 euro.