ll Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo del 2% e allineato all’omologo europeo (-1,5%), non beneficiando del parziale recupero del comparto bancario (+1,4%) e sotto-performando di oltre un punto percentuale il Ftse Mib (-0,6%). Su quest’ultimo sono tornate ad incombere le incognite generate dalle diversità di vedute tra Italia e Unione Europea su diverse tematiche (a partire dalla questione immigrazione), oltre che dagli scontri commerciali internazionali tra gli Usa e i maggiori partner.
La giornata positiva del settore creditizio non si riflette sui titoli dell’asset management, con Fineco (+0,5%) che però riesce a chiudere in frazionale rialzo, e Banca Generali (-0,1%) a resistere appena sotto la parità. Il comparto è penalizzato anche dai dati poco lusinghieri sulla raccolta netta di maggio evidenziati da Assogestioni, con il mese che ha registrato riscatti per 6,9 miliardi.
Sotto pressione Exor (-2,9%), che si è mossa in scia alle pesanti vendite che hanno colpito le principali controllate quotate.
Nel Mid Cap tra titoli legati alla gestione degli Npl torna a salire Banca Ifis (+0,7%) che dal 1° luglio avvierà l’operatività di Ifis Npl, mentre riprende la corsa di doBank (+2,5%) dopo lo stop degli ultimi giorni a poco più di una settimana dalla presentazione del nuovo piano strategico. Si interrompe il momento negativo di Cerved (+0,2%), iniziato dopo la divulgazione del nuovo piano industriale.
Tra le Small Cap tornano gli acquisti su Banca Intermobiliare (+3,9%), a pochi giorni dalla conclusione dell’Opa totalitaria lanciata dal neo azionista di maggioranza, il fondo inglese Attestor, che non è riuscito a superare la soglia del 90 per cento. Oggi sono arrivati i risultati definitivi dell’operazione, che hanno confermato quanto comunicato in via preliminare lo scorso 22 giugno.
Si mette in luce DeA Capital (+1,7%), dopo il mandato di gestione ottenuto dalla controllata DeA Capital Real Estate, che ha anche acquisito un immobile.